Economia

Cantieri Riva di Sarnico, accordo per la CIG

  150 lavoratori a rischio L’azienda disponibile a trattare. Due settimane di cassa integrazione a 0 ore all’inizio di settembre per cercare di fronteggiare la grave crisi che, anche nella Bergamasca, sta attraversando il settore nautico. E’ quanto prevede l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali di categoria di Uil, Cisl e Cgil con i vertici dei cantieri navali Riva, azienda leader a livello internazionale e nota in tutto il mondo per la produzione di yacht di lusso.

L’intesa, che riguarda specificamente i circa 200 dipendenti, tra impiegati ed operai, dello stabilimento di Sarnico, fissa tra l’altro due parametri fondamentali: la stessa azienda, infatti, procederà in primo luogo all’anticipazione del trattamento salariale nella misura del 100% e, secondariamente, ha garantito ai sindacati che le ferie pregresse saranno interamente godute.

«La cassa integrazione, per la quale, nei limiti del possibile, verrà applicato il criterio della rotazione – osserva il segretario provinciale della Feneal Uil, Duilio Magno – scatterà nelle prime due settimane di settembre, precisamente dal 31 agosto al 12 settembre. All’inizio dello stesso mese, poi, torneremo ad incontrarci per fare il punto della situazione e valutare come muoverci successivamente».

Il quadro generale, tuttavia, non lascia molto spazio all’ottimismo: «Al momento – rileva Magno – non ci sono ordini e nella nostra provincia si avvertono pesantemente le ricadute di un intero sistema che, a causa della recessione, è in affanno». I dipendenti dello stabilimento di Sarnico sono rimasti in cassa integrazione anche nelle prime due settimane di luglio, mentre nelle prime due di agosto si farà ricorso alle ferie. «La speranza – conclude il segretario provinciale della Feneal – è che qualcosa cambi con le due grandi fiere internazionali in programma nei prossimi mesi. Ma si svolgeranno in autunno, e quindi non in tempo utile per evitare che, anche dopo la sospensione di settembre, non si debba prendere in considerazione l’ipotesi di prorogare ulteriormente i tempi della cassa».

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