Oceano

E’ sempre più dura, soprattutto senza spinnaker

Dopo oltre una settimana passata in condizioni estreme con due burrasche e tanta bolina per fortuna le ultime 48 ore ci hanno regalato condizioni piu’ favorevoli, un gran senso di sollievo ma anche i venti portanti nascondono le loro difficolta’. Ieri notte purtroppo abbiamo distrutto il nostro spinnaker grande in un incidente causato da una momentanea avaria del pilota automatico – un problema simile a quello che aveva avuto Phesheya nei giorni scorsi – di colpo i timoni sono stati spinti a dritta bloccandosi per qualche istante, sufficiente a causare una violenta strambata nel cuore della notte, col la randa contro la volante e lo spi pressato contro il sartiame la barca si e’ coricata e non abbiamo fatto a tempo a  rilasciare le scotte che lo spinnaker si e’ rotto in due.

La perdita dello spi grande quando mancano ancora 3800 miglia al traguardo sara’ sicuramente un handicap notevole, ma non possiamo farci nulla, la vela non puo’ essere riparata a bordo. Notizia invece piu’ rallengrante, poco fa mi hanno chiamato da Parma per un link dal vivo via satellite durante la  premiazione del velista dell’anno del Giornale della Vela che ho vinto grazie ai vostri voti. Roberto Westerman mio amico nonche’ velaio e consigliere ha ritirato il premio mentre qui eravamo in planata in 30 nodi di vento. Questa mattina il comitato regata ha deciso di spostare il limite sud della porta di sicurezza che dovremo attraversare.  L’obbiettivo di questa porta era di tenerci lontano dagli iceberg al nostro sud ma ora che siamo franchi dalla zona piu’ pericolosa e viste le previsioni meteo pareva inutile costringerci ad una pericolosa bolina con venti contrari piu’ a nord. Un approccio pragmatico che mette la nostra sicurezza in primo piano.

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