Economia

Fuga da Confindustria, Ucina sempre più debole

E’ notizia di queste ore che aumenta il numero dei cantieri che abbandonano UCINA, la Confindustria della nautica italiana. Unico dettaglio che questi cantieri rappresentano il 80% del mercato italiano, un mercato di cui l’Italia può vantare grandi successi. Rumors danno come causa di questa rottura la focalizzazione di UCINA solo sul Salone Nautico di Genova, un prodotto di esposizione che ad oggi è vetusto e non è più contestualizzabile nel mercato mondiale moderno. I reietti hanno nomi pesanti: Apreamare, Azimut|Benetti, Baglietto, Cantiere delle Marche, Cantieri di Sarnico, Colombo, Ferretti Group, Maltese, Mase Generators, Mondomarine e cantieri di Pisa, Opem Sistemi, Perini, Picchiotti, Tecnopool, Viareggio Superyacht, Vismara Marine. Aziende di peso che entreranno ufficialmente nel mondo di NAUTICA ITALIANA, l’associazione che aderisce ad Altagamma e che punta a ridare slancio al Made in Italy del mare. Questa stiuazione di stallo che dura da anni ci auguriamo che giunga sul tavolo di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria Nazionale, giovane in grado di ascoltare le istanze di tutti, come ha fatto in passato per la Piccola Industria Italiana. Non è pensabile che in un momento di crisi entrino in gioco anche diatribe di potere, di conflitti di interesse e di mancanza di managerialità. Serve un cambio di passo, di visione strategica e di innovazione. 

 

 

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