Oceano

IL VENTO ALZA LA VOCE E FERMA LE BARCHE IN PORTO PER 24 ORE. SU BET1128 CI SI PUO’ DEDICARE AGLI AFFINAMENTI

Siamo arrivati al dunque nel porto di Le Havre: la Transat Jacques Vabre 2013 sta per partire. Gli 88 velisti che molleranno gli ormeggi con le loro 44 imbarcazioni, divise in quattro classi monotipo, hanno terminato i preparativi: le cambuse sono piene di cibo e acqua, le vele sono in ordine, l’elettronica di bordo funziona.

 

Ma c’è qualcosa che nessuno di loro può controllare, come ogni uomo di mare sa: il meteo. E la forte perturbazione in arrivo sul canale della Manica, che porterà oltre 40 nodi di vento e 5 metri di onda, alla fine ha avuto l’ultima parola: la partenza è rinviata. Un ritardo di un giorno, fino alle 14 di Lunedì, sufficiente però ad evitare il peggio. L’uscita dal Canale è critica, e nessuno vuole correre rischi inutili. “Una scelta saggia”, è il commento che si sente dai più.

A bordo di BET1128, lo skipper Gaetano Mura e il suo compagno di avventura Sam Manuard hanno sistemato tutto. Sottocoperta il pagliolo è letteralmente ricoperto di casse di acqua, borse di cibi liofilizzati, generi di conforto (mele e cioccolata su tutto), le vele non armate.  “Più di 200 litri di acqua da bere sono un peso che può sembrare fastidioso, seppure inevitabile – dice Gaetano. Ma noi lo giriamo a nostro favore: nelle boline concitate dei primi giorni, con vento teso che ci soffia di fronte, questa zavorra ci serve per raddrizzare la barca e ottenere andature più veloci ed equilibrate”. E il rinvio della partenza? “Sgombriamo subito il campo da dubbi: siamo gente di mare, siamo abituati a condizioni peggiori di questa, ma non siamo stupidi. Un vento così forte da subito metterebbe a rischio la sicurezza mentre attraversiamo la Manica, piena di navi e traghetti di ogni genere, e porterebbe di sicuro qualcuno di noi a rompere. Siamo tutti d’accordo con gli organizzatori. Non è qui, nella Manica, che si deve decidere la sorte di una regata. Abbiamo 5400 miglia davanti e avremo sfide e opportunità ben più grandi di questa”.

Il pubblico intanto non sembra dispiaciuto se domenica non sentirà suonare la sirena del via: migliaia di persone affollano le banchine e toccano, fotografano, chiedono…la passione per la vela si sente in ogni angolo. Una battuta presa al volo rende bene l’idea: “Non partono domani? Meglio, avremo tutto un pomeriggio in più per stare qui fra le barche…”.

 

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