Economia

L’export aiuta la nautica italiana

Per la prima volta dal 2008, i dati delle aziende della nautica da diporto tornano in positivo. È q quanto annuncerà oggi qAnton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, la Confindustria nautica, in occasione del qSatec, meeting del settore che quest’anno si tiene a Viareggio, fino al 29 maggio.«Nel primo trimestre del 2011 – spiega il leader dell’associazione di cui fanno parte i cantieri navali della nautica – il settore ha segnato una crescita di fatturato compresa tra +3% e +7%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È la prima volta, da quando è scoppiata la crisi globale dell’economia. Il miglioramento è arrivato di pari passo a un rivoluzionamento della percentuale media dell’export. La quale, negli anni passati, era del 40-50%, ora è al 70%». Il segnale di crescita, sottolinea Albertoni, è importante, perché il calo di fatturato del registrato nel 2010 sul 2009 «si aggira tra il 15 e il 20% che, sommato al 31,3% qregistrato nel 2009 sul 2008, segna una perdita del 50% in un biennio».

Il fatto che la quota di export sia salita al 70%, aggiunge Albertoni, «mostra che si è ridotto il mercato nazionale. Il nostro Paese, d’altro canto, è quello in cui il settore sta soffrendo di più, rispetto al resto dell’Europa. Il motivo va cercato anche nel fatto che i clienti della nautica sono molto appassionati ma seguono il comparto se ci sono situazioni sociopolitiche che consentano loro di cambiare barca. Con i problemi ancora presenti nel 2010, uniti a un’impostazione penalizzante assunta dal legislatore sui parametri applicati al prossimo redditometro, all’impressione negativa suscitata dai numerosi controlli, l’anno scorso, su charter e noleggio e a una crisi generalizzata dei consumi, il compratore italiano è restato alla finestra, ad aspettare momenti migliori».

 

Al Satec, Ucina presenta anche due accordi, sottoscritti di recente. Il primo è con Assilea, per il leasing nautico. L’intesa ha consentito di mettere in piedi un registro informatico delle barche, che si chiama Onda, è gestito da Ucina ed è a disposizione delle società di leasing. Consentirà di inserire in un unico database, aggiornato con dati forniti in maniera volontaria dai cantieri, i numeri di costruzione assegnati agli yacht in allestimento. Così si eviteranno casi di immatricolazioni sdoppiate, che si sono verificati in passato, con truffe per doppi contratti di leasing sulle stessa barca. «Un’iniziativa – dice Albertoni – in armonia con il software, nato con lo stesso scopo, che si sta sperimentando in alcune capitanerie».
Il secondo accordo è tra Ucina, Registro italiano navale (Rina) e Simest (Società italiana per le imprese all’estero). Servirà a dare supporto alle aziende che investono in altre nazioni o in Italia, con una particolare attenzione all’America Latina. Le imprese potranno consegnare i progetti, ad esempio per la realizzazione di un nuovo sito produttivo, a una commissione, di cui fanno parte Ucina, Rina e Simest, che ha la funzione di valutare la sostenibilità dell’operazione analizzando il business plan.
FONTE: Il SOLE24Ore

 

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