Oceano

Nannini, avanti così con il dubbio Cessna

Ho appena cenato, riprendendo le forze dopo una giornata impegnativa. La burrasca che abbiamo dovuto affrontare ci ha lasciato con un paio di problemini  da risolvere. Avevamo scelto una rotta che ci tenesse lontano dal peggio di questa depressione ma quando i venti forti da nord-ovest alle spalle del centro della bassa ci hanno raggiunto abbiamo comunque 40 nodi sostenuti con raffiche fino a quasi 50 nodi.
Siamo stati prudenti in ogni passaggio, abbiamo tolto il solent relativamente presto mentre il vento ancora montava, purtroppo il tamburo del furler si e’ impigliato ed abbiamo dovuto tribolare qualche minuto in più‘ e quando abbiamo avvolto la vela ci ha colpiti una raffica e il  violento sbattere della vela ha causato un piccolo strappo sulla balumina.
Non siamo ancora riusciti a verificare ma credo sia facilmente riparabile, dobbiamo solo aspettare un momento buono per srotolare la vela in poco vento e mettere un patch adesivo.
Da li’ il vento e’ montato rapidamente e ci siamo trovati con 3 mani di terzaroli e la staysail ed anche con questa configurazione di vele da guerra ogni tanto partivamo in planate da 18-20 nodi. Per lo piu’ eravamo sotto coperta con il portello chiuso per evitare che entrassa acqua quando di tanto in tanto la cresta di un’onda veniva a farci visita in pozzetto.
Lo stato del mare e’ deteriorato rapidamente e di tanto in tanto un’onda più‘ grande delle altre ci colpiva al traverso. Tutto sembrava sotto controllo fino a che all’ennesima di queste onde ne abbiamo presa una e siamo partiti in una folle planata lungo il ripido muro d’acqua per poi ingabonarci violentemente al fondo della discesa. Sergio era in branda ed e’ partito in avanti per via della forte decelerazione, per fortuna dormiva a piedi in avanti e non si e’ fatto male. La barca si e’ inclinata
diagonalmente con la prua sott’acqua e proprio quando stava per risollevarsi l’onda alle nostre spalle si e’ franta su di noi
travolgendoci in pieno.
Alla fine la barca e’ ri-emersa dalla sua temporanea seppellitura come nulla fosse, abbiamo passato un momento brevissimo ma molto intenso. Potevamo fare un sacco di danni in una situazione del genere ma a parte lo spavento tutto sembrava a posto, fino a che guardando fuori da uno degli oblò’ mi sono reso conto che la base della staysail era stata strappata durante l’immersione della prua o dall’onda che si e’ franta su di noi.
La staysail ha anche un la possibilita’ di essere ridotta con una mano di terzaroli, dunque riducendola siamo riusciti a continuare anche se con un po’ troppa poca tela. La mattina successiva, calato il vento siamo riusciti ad issare lo spinnaker piccolo e a portare la staysail sottocoperta per valutare i danni. E’ messa maluccio con uno strappo
verticale dalla base di circa un metro e parecchi altri strappi ma spero che con un po’ di buona volonta’ e un paziente lavoro sartoriale si riesca a rendere utilizzabile almeno fino all’arrivo.
Con due vele di prua danneggiate nello spazio di poche ore ho passato il giorno ago alla mano chiedendomi se avessimo fatto le scelte giuste,
abbiamo guadagnato su Phesheya ma fatto dei danni nonostante l’essere
rimasti piu’ lontani dal centro del sistema… Abbiamo perso tantissime
miglia rispetto a Cessna che pare sempre riuscire a tirar dritto come se
le burrasche non volessero dire nulla per loro. Questo fino all’ora di
pranzo di oggi quando Cessna risultava ferma o quasi nonostante i venti
forti, fermatasi per una riparazione o forse alla cappa per far fronte ad
una situazione estrema? Al report successivo erano ripartiti, eliminando
l’ipotesi estrema di un disalberamento, ma senza piu’ fare le medie orarie
a cui ci avevano abituato… cos’e’ successo? Difficile dire, dalla barca
non sono arrivate notizie, noi nel frattempo abbiamo recuperato quasi 100
miglia nello spazio di 24 ore, sara’ da vedere se hanno subito danni o
sempliemente abbiano trovato condizioni molto dure che li hanno costretti
a rallentare.
La regata continua, noi ci dobbiamo preoccupare di leccare le nostre
ferite, riparare quanto possibile per l’ultimo sforzo fino a Les Sables
D’Olonne. Sia uomo che macchine sono stanchi dopo tutti questi mesi di
regata, alle nostre spalle la tempesta extra-tropicale Beryl che ci
raggiungera’ fra 36 ore, non c’e’ tregua… Questa volta per evitare il
peggio dobbiamo spingere sull’accelleratore e cercare di fare piu’ Est
possibile prima che ci raggiunga, meglio cosi’, prima arriviamo meglio e’!

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