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Quale futuro per Azzurra, quale futuro per l’AC

”Siamo in una fase cruciale, ora si decidono i team e si arruolano gli equipaggi per la Coppa America. Aspetto Azzurra perche’ vorrei far parte di un team tutto italiano e spero ancora nella conferma del progetto, ma se dovesse arrivare un altro ingaggio lo valuterei”. Francesco Bruni, timoniere e skipper di Azzurra, due campagne di Coppa America con Luna Rossa e tre partecipazioni alle Olimpiadi di Atene 2004, Sydney 2000 e Atlanta 1996, ha visto nascere il nuovo progetto di Azzurra e ci crede ancora, ma la spada di Damocle dei multiscafi taglierebbe fuori il team italiano.

(ANSA) – ROMA, 3 SET –  ”Come tutti i team giovani – spiega Bruni – Azzurra e’ in fase di start up, per l’organizzazione abbiamo meno tempo a disposizione di altri equipaggi piu’ consolidati, come ad esempio Team New Zealand, e questo ci penalizza rispetto a loro. La decisione se continuare o meno andra’ presa in fretta, e tutto dipendera’, oltre che dalla disponibilita’ del budget, anche dalla tipologia dell’imbarcazione”.

    Per il mondo della vela internazionale il 13 settembre rappresenta una data significativa sul futuro della 34ma Coppa America, e tutto dipendera’ dalla nuova classe che verra’ presentata nel corso della conferenza stampa organizzata dal Defender, il Golden Gate Yacht Club e dal Challenger of Record, il Club Nautico di Roma. La scelta tra il tradizionale monoscafo o i piu’ avveniristici catamarani e trimarani sara’ determinante per la partecipazione di molti team.

Dopo il 13 settembre, le scadenze riguardanti la 34ma Coppa America saranno dicembre 2010 per la decisione della citta’ ospitante, mentre gennaio 2011 e’ il termine ultimo per le iscrizioni. Sul futuro della Coppa America, Francesco Bruni non ha dubbi.

   ”E’ il circuito della vela piu’ seguito al mondo e fa da traino per tutti gli altri eventi velici e per la promozione di questo sport. Se BMW Oracle dovesse decidere per un multiscafo, si rischierebbe di snaturalizzare una competizione di grande tradizione a favore della tecnologia piu’ estrema, in cui i costi di partecipazione salirebbero vertiginosamente per la progettazione, lo studio della barca e l’addestramento dell’equipaggio. Molti team dovrebbero rinunciare. In un momento di crisi economica, dove tutti sentono la necessita’ di ridurre i costi di partecipazione, sarebbe una decisione in controtendenza”.

    Coppa America o Olimpiadi? ”Sono entrambe competizioni affascinanti – ha concluso Bruni – il massimo per la carriera di un atleta. Le Olimpiadi ti restano dentro per i valori piu’ autentici dello sport che riescono a trasmettere, nella Coppa America e’ un grande gioco di squadra. Nel mio futuro vedo un ruolo di organizzatore sportivo, una sorta di trait d’union tra la progettazione della barca e la formazione dell’equipaggio”. (ANSA).

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