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Problemi per la nautica in provincia di Pesaro

      La nautica della provincia di Pesaro-Urbino, uno dei poli produttivi piu’ importanti in Italia, comincia a dare i primi segnali di crisi, in 9 mesi chiudono 9 imprese e cala l’export.

L’allarmeè stato dato della Cna provinciale, che ha elaborato i dati di Infocamererelativi ai primi nove mesi di quest’anno. In provincia hanno chiuso 9 cantierisui 140 attivi (il 63,6% sul totale marchigiano), specializzati in costruzionie riparazioni di grandi imbarcazioni; sono 16 invece le ditte che hanno cessatol’attività su 95 esistenti (il 66,9%, 20% dell’intero settore nelle Marche),specializzate nella costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive.

Afronte di tante cancellazioni sono 25 (7 nell’industria e 18 nel diporto),quelle che hanno aperto i battenti (magari cambiando forma societaria), negliultimi 9 mesi del 2008. Ma sono i dati sulle esportazioni a confermare laflessione del settore: se nel secondo semestre del 2007 le esportazioniammontavano a 106 milioni di euro, nello stesso periodo del 2008 l’exportpesarese della nautica si e’ fermato a 94,5 milioni di euro, con una flessionedi ben 11,5 milioni.

‘Stannocominciando ad arrivare segnali preoccupanti da un po’ tutto il settore – hadichiarato Moreno Bordoni, responsabile provinciale di Cna nautica -. E’ indifficoltà la nautica da diporto, quella specializzata nella produzione eallestimento di piccoli e medi natanti, e dunque una buona fetta dellacantieristica pesarese’. Tiene invece la produzione del superlusso e, dunque,dei mega yacht destinati in prevalenza ai mercati arabi, ’sui quali però stainiziando una pericolosa opera di delocalizzazione dei cantieri’. E’ in affannoanche il settore del rimessaggio e del refitting, dove la componente artigianaè prevalente. Di conseguenza, soffre tutto l’indotto, quello delle piccoleaziende artigiane impegnate negli allestimenti e soffrono anche le impresedella fornitura. ‘Insieme alla crisi economica, il polo pesarese deve fare iconti con la mancanza di infrastrutture – ha aggiunto Bordoni -, che stadiventando il vero freno allo sviluppo. Anzi, in molti casi si puo’ dire cheproprio l’assenza di logistica sta invitando molti dei cantieri locali adandarsene da questo territorio’.

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