“Se vuoi avere successo devi lavorare duramente”, parola di Dona Bertarelli. E se a dirlo è una donna come lei, bisogna crederci. Senza impegno, passione e umiltà si va poco lontano. Quello di Dona Bertarelli per la vela è un amore incondizionato, nato quando con la famiglia trascorreva l’estate a bordo di una barca in legno di 7 metri e cresciuto nel tempo. In questa intervista, la velista svizzera di origine italiana spiega perché la vela è uno sport tanto speciale e in che modo può diventare un’opportunità per il nostro Paese e non solo. Oggi 8 marzo, Festa della Donna, SailBiz intervista una donna dal grande valore sportivo che non si ferma davanti alle difficoltà degli oceani e che vive il mare con una passione incredibile!
Intervista di Stefania Giudice
Dona Bertarelli, sei una donna d’affari e una sportiva di successo. Puoi raccontarci il tuo segreto?
Non c’è nessun segreto! Come in ogni aspetto della vita, se vuoi avere successo devi lavorare duramente, avere al tuo fianco la squadra giusta, essere organizzata e avere una buona dose di passione. A volte serve anche un pò di fortuna. Nel caso di Spindrift racing, ad esempio, puoi avere la barca migliore e il team migliore, ma se le condizioni meteo non sono quelle giuste, non potrai mai battere il record. Alcune cose possono essere previste, ma alla fine le scelte che fai possono avere uno sviluppo positivo o negativo. Non è sempre facile trovare il giusto equilibrio.
Quando e in che modo è nata la tua passione per il mare?
Ho ereditato la passione per il mare da mio padre, per questo motivo mi ricorda la mia infanzia, quando con la famiglia trascorrevamo l’estate a bordo di una barca di 7 metri in legno, navigando tra Porto Ercole e l’isola d’Elba, in Toscana. Sono stati momenti speciali. Amavamo stare insieme e vivere in mare. La mia passione per le regate è arrivata molto tempo dopo. Il mio avvicinamento alle regate oceaniche è molto recente, probabilmente dovuto all’influenza di Yann (Guichard), con lui condivido la mia vita e seguo la sua carriera da molti anni.
Hai vinto due volte (nel 2010 e nel 2014) il Bol d’Or Mirabaud, la celebre regata svizzera. Hai dato il via al team di Spindrift racing, con il quale hai vinto il Rolex Fastnet nel 2013. Sei stata eletta “velista femminile dell’anno 2014” ai Sailing Awards svizzeri. E molto altro ancora. C’è una vittoria, un evento o un titolo che porti nel cuore in modo particolare? Se si, quale e perché?
La mia prima vittoria come regatante e skipper è stata nel 2010 al Bol d’Or Mirabaud e sicuramente ha un posto speciale nel mio cuore. Aver ripetuto quel risultato nel 2014 è stato un grande onore e un altro momento speciale. Ma niente però può essere paragonato al record nella Discovery Route che abbiamo battuto nel 2013, appena due mesi dopo l’acquisto di Spindrift 2. Non solo è stata la più grande sfida che il team di Spindrift avesse mai affrontato, ma è stata anche la mia prima traversata Atlantica. A quel punto mi sono resa conto che avremmo potuto tentare sfide ancora più impegnative e che il team che avevamo messo insieme, è quello giusto. Poco dopo sono arrivati gli sponsor che hanno creduto in noi e che ora sono entrati a fa parte di questa grande avventura.
Perché investi nella vela? Cosa offre in più, secondo te, rispetto agli altri sport?
Investo nella vela perché è la mia passione. Ho un amore incondizionato per il mare e attraverso la Fondazione Bertarelli, cerco di condividere la sua bellezza e proteggere il suo fragile ecosistema e la sua biodiversità. La vela inoltre racchiude i valori che più ho a cuore: l’umiltà, l’impegno, la tenacia, il coraggio, lo spirito di squadra, la tecnologia, l’innovazione e l’avventura. Infine la vela è uno sport per uomini e donne che può essere praticato ad ogni età, nel tempo libero con gli amici e con la famiglia o come regatante professionista. Alcune regate, come la Rolex Fastnet Race, permettono a entrambe le realtà di competere insieme. Non si trova questa stessa caratteristica in altri sport. Questo è quello che mi piace! La vicinanza e l’umiltà di due universi che condividono la stessa passione.
Vivi in Svizzera, ma sei nata in Italia. Dal tuo punto di vista, quale sarà il futuro della vela nel nostro Paese? Cosa si potrebbe fare per rilanciare questo sport? Cagliari ospiterà le prime regate dell’America’s Cup World Series 2015-2016, le regate che anticipano la 35° America’s Cup che si svolgerà nel 2017. Un’occasione per fare molto. Ma in che modo?
Il futuro della vela, sia in Italia che in qualunque altro posto, passa attraverso le scuole di vela e la loro capacità di attirare i ragazzi rispetto ad altri sport, come il calcio, spesso più economici e più accessibili. L’America’s Cup è un grande evento, sotto tutti i punti di vista: visibilità mediatica degli sponsor, tecnologia e innovazione di cui beneficia tutta l’industria nautica, e infine rappresenta la più grande sfida per ogni velista professionista. L’America’s Cup è una fantastica opportunità per un Paese ed è fantastico che Cagliari ospiti le World Series. Ma è vero anche che resta un evento molto esclusivo. Molti velisti sognano di essere reclutati e regatare nella Coppa, ma è più difficile di quanto si pensi mettere insieme un team di America’s Cup. Perciò è importante supportare le scuole di vela nel lungo periodo mettendo a frutto l’esperienza che i velisti di Coppa e i team generano.
Sei una donna determinata, che indubbiamente si pone degli obiettivi nella vita. Qual è la tua prossima sfida?
Ho sempre avuto una mente imprenditoriale. In un primo tempo mi sono dedicata allo sviluppo e all’implementazione di progetti, successivamente ho partecipato direttamente ad essi. La competizione nello sport offre molte opportunità per mettersi alla prova, per spingersi al limite e vivere incredibili avventure umane. All’interno di Spindrift racing, decidiamo insieme nuove sfide ogni anno, sfide pensate per mantenere la nostra impostazione mentale meticolosa e professionale. La prossima sfida con Spindrift racing sarà la più grande della mia vita, sia come donna che come velista. Insieme a Yann (Guichard) e altri 12 componenti del team, tenterò di conquistare il Trofeo Jules Verne a bordo del nostro maxi trimarano Spindrift 2; un viaggio di 21,760 miglia intorno al globo passando dai tre capi. Il Trofeo rimane il Santo Graal per i cacciatori di record e il leitmotiv per i principali team. Dovremo completare il percorso in meno di 45 giorni, 13 ore e 42 minuti per aggiungere il nostro nome nella lista illustre dei vincitori del Trofeo Jules Verne. Ci alleneremo duramente per raggiungere questo risultato. Il periodo di stand by inizierà a ottobre.
Ti manca Valencia 2007? E a tuo fratello?
Ricordo dei momenti magici a Valencia. Ho vissuto un periodo incredibile negli anni di Alinghi e ho seguito mio fratello per oltre 10 anni in avventure meravigliose. Tutto quello che ho imparato in quel periodo, posso ora metterlo in pratica con Spindrift racing anche se per una sfida molto diversa come quella della vela oceanica. Ma lo spirito, la passione e le emozioni sono le stesse. E per quanto riguarda mia fratello, so che non ha rimpianti e porta con se molti bellissimi ricordi. Da allora ha deciso di dedicarsi ad altre sfide nelle quali sta avendo un brillante successo.
A proposito del tuo impegno nel tour GC32, è parte dell’allenamento per altri progetti futuri su catamarani più grandi?
Ci sono diverse ragioni per cui stiamo partecipando al circuito GC32 quest’anno. Prima di tutto siamo consci del fatto che il futuro della vela mondiale sarà “volante”. L’ultima America’s Cup a San Francisco ha mostrato la direzione verso cui la vela sta andando, coinvolgendo noi tutti in questa rivoluzione. Alcuni progetti di monoscafi si stanno orientando su questa strada per la Vendée Globe. Ciò che motiva il team di Spindrift racing, oltre al fatto di partecipare a un circuito di elite e molto competitivo, è rimanere al vertice dell’innovazione e della tecnologia. L’obiettivo di ogni regatante è quello di rendere la propria barca sempre più veloce. Noi vogliamo salire a bordo e impegnarci in questo sviluppo. Il GC32 è un modo veloce ed economico per scoprire queste barche volanti. Inoltre è importante per il team continuare ad allenarsi e lavorare insieme fino all’appuntamento con il Jules Verne ad ottobre, facendo più esperienza possibile su diversi tipi di imbarcazioni.
Rispetto agli Extreme 40 il budget per una singola stagione è superiore o inferiore?
Il budget è più basso rispetto agli Extreme 40 e il motivo è semplice: meno eventi e tappe organizzate solo in Europa.