Nei giorni scorsi abbiamo scritto di un interessante progetto di coinvolgimento dei giovani organizzato in Toscana da Marina Cala de’ Medici di Rosignano, cantiere Benetti di Livorno e associazione NAVIGO di Viareggio. Un progetto legato ad un ciclo di incontri per ragazzi liceali di consapevolezza culturale delle possibilità offerte dalla Blue Economy. Per dare maggiore enfasi e quindi una visione chiara delle potenzialità inespresse dal Mare Nostrum, abbiamo chiesto all’Amministratore Delegato di Marina Cala dé Medici, Matteo Italo Ratti di spiegarci quale indotto possa generare l’economia del mare per il nostro Paese.
“La Blue Economy è un settore dell’economia dello Stato poco considerato dai governanti – afferma Ratti – Ovviamente sbagliando perché sotto questo nome abbiamo il turismo, il refitting, la cantieristica, i marina, il trasporto merci. Per dare un’idea di quale impatto genera un marina nell’area dove risiede, posso dire che il Cala de’ Medici con i suoi 50 negozi, 700 posti barca, 1 cantiere crea un indotto di circa 15 milioni di euro. Indotto massimo che proviene dalla ristorazione e non dalla cantieristica e quindi serve un’infrastruttura che funzioni tutto l’anno. Per non parlare dei posti di lavoro; infatti solo per la parte gestionale il marina ha dai 15 ai 20 dipendenti occupati tutto l’anno e valutando anche i negozi, ei servizi legati al porto il personale arriva a 150-170 persone. Quindi un porto ogni anno genera 15 milioni e fornisce 170 posti lavori. Banalmente moltiplicando tutto questo per i 7500 km di coste dell’Italia è presto detto che è una grande opportunità.
In Italia c’è di fatto un problema culturale perché la nautica è vista erroneamente come un’attività per ricchi; ma non è così perché sotto la voce nautica abbiamo sport, pesca, servizi, trasporto merci, scuola vela, regate. Sono convinto pertanto che serva un percorso culturale per non per osteggiare la nautica ma per aiutarne lo sviluppo.
Un monito ai governanti di prestare maggiore attenzione alla nautica e alla portualità perché il mare è la porta di accesso al paese. Infrastrutture attrattive ci permetteranno di competere con astri nascenti come Albania, Montenegro, Turchia, la Francia è già ben avviata e a breve tornerà anche l’Africa.
Ma nessun posto è più bello dell’Italia – conclude Matteo Itali Ratti – Qui in Toscana abbiamo l’arcipelago che è unico nel suo genere così come sono uniche tutte le isole italiane“.
In un periodo di finanziaria allora non possiamo che unirci all’appello di Matteo Italo Ratti, affinché il Governo centrale metta nella sua agenda la Blue Economy.