Per il presidente di Ucina Albertoni è urgente una semplificazione normativa per charter e noleggio, su modello della circolare del luglio 2009 sul leasing che, mettendo ordine nelle regole, ha permesso a quel mercato di ripartire
Da Il Giornale – Importanza dei progetti europei soprattutto nell’ottica della sostenibilità ambientale, ma anche crisi economica e, soprattutto, necessità di regole più chiare per i charter e per il noleggio delle imbarcazioni. È un Anton Francesco Albertoni a tutto tondo quello che è intervenuto lunedì scorso a Genova alla presentazione di Innautic e Tourisme Ports Environnement. «Un’industria consapevole come quella nautica non deve sfuggire dai problemi, ma affrontarli», ha spiegato il numero uno di Ucina-Confindustria Nautica, individuando nella competitività la chiave per aprire le porte alla ripresa, in un momento difficile anche per questo settore. Per cominciare quindi è quanto mai urgente una semplificazione normativa per charter e noleggio, su modello della circolare del luglio 2009 sul leasing che, mettendo ordine nelle regole, ha permesso a quel mercato di ripartire. «A oggi – ha aggiunto Albertoni – si parla di un miliardo di euro a rischio per la prossima stagione e gli annullamenti di noleggi sono centinaia. Il suggerimento è seguire nuovamente questa via. La priorità deve essere quella di creare un vademecum per gli utenti». Mentre i dati dicono che ben il 75% del mercato grandi yacht avviene in Mediterraneo, l’Italia sta infatti perdendo sempre più terreno. Per Ucina questa tendenza negativa va bloccata guardando come vengono applicate leggi e direttive in Paesi vicini, quali la Francia: «Se un americano vuole affittare una barca deve essere messo in condizione di poter scegliere indifferentemente tra Genova e Nizza – ha esemplificato il presidente – Ci vuole un’equità tecnica e fiscale con i francesi». La richiesta diventa ancora più forte se si pensa ai problemi di immagine creati nel nostro Paese da casi come quello Briatore: senza nulla togliere alle inchieste in corso e al doveroso recupero dell’eventuale gettito evaso, il danno dal punto di vista comunicativo c’è stato e ora bisogna rimediare perché, ha sottolineato Albertoni, «sarebbe assurdo che l’Italia non fosse messa nella situazione migliore per accogliere i mega-yacht». Laboratori come il neonato «Innautic» diventano così strategici per dare nuova linfa al settore. «È la prima volta che l’Europa ci dà la possibilità di condividere un percorso con i francesi – ha concluso Albertoni – Arriveranno risorse per tutta la filiera delle aziende nautiche che per l’80% sono piccole e medie e che avranno così la possibilità di lavorare in sinergia con grandi realtà, in tutti i settori e soprattutto in quello ambientale».
Fonte Il Giornale