Amory Ross a bordo di PUMA racconta invece di come il processo di adattamento riprenda ogni volta che la barca cambia bordo o rotta. “E’ incredibile come ci si debba acclimatare. Dopo aver passato così tanto tempo mure a dritta, il fisico si abitua a vivere così, con 28 gradi di sbandamento, la spalla destra verso fuori quando dormi, il piede destro più alto del sinistro per camminare verso prua e il contrario verso poppa. Sai dove sono le cose e inconsciamente ti muovi con sicurezza. Ma quando si vira o si stramba è un po’ come imparare a camminare di nuovo, tutto è al contrario di come l’avevi memorizzato, e tenti di prendere degli oggetti che non sono più lì. E’ una lotta per rimettersi in sincronia, specialmente quando stai volando giù dalle onde a 32 nodi, come ora.” Sensazioni che probabilmente si provano anche a bordo di Team Telefónica, che circa 300 miglia più a nord dei battistrada, ha pure strambato e continua la sua corsa verso Capo Horn e Ushuaia dove realizzerà un pit-stop tecnico per riparare la parte prodiera dello scafo, prima di riprendere il cammino per Itajaì. Malgrado non al massimo delle sue potenzialità, la barca spagnola viaggia comunque a una buona media di quasi 17 nodi tenendo sotto stretta osservazione più quello che accade ai due avversari alle spalle che a quelli davanti, poiché l’obiettivo del team di Iker Martínez è quello di riuscire a completare velocemente i lavori per riprendere il mare e riuscire a restare sul podio. Il suo inseguitore più immediato è CAMPER, che tuttavia sta facendo rotta sul porto cileno di Puerto Montt, 800 miglia a nord del Capo, ossia avrà molte miglia in più da percorrere per tornare in gara dopo la sosta e la riparazione. La barca guidata da Chris Nicholson, all’ultimo rilevamento è ripartita bene, dopo essere stata rallentata da una zona di vento leggero ieri, e cammina a 12 nodi.
Il team che potrebbe, nel caso di una sosta più lunga del previsto, mettere i bastoni fra le ruote agli spagnoli è Abu Dhabi, che finalmente è riuscito ad agganciare delle condizioni migliori in un fronte freddo che gli permette di navigare a medie intorno ai 20 nodi e che lo accompagnerà almeno per altre 24 ore. Come testimoniano le parole del timoniere britannico Simon Fisher: “Abbiamo cambiato marcia, in ogni senso. Gli ultimi due giorni abbiamo spostato tutto il materiale a poppa, per cercare di andare il più veloci possibile,e ora che il vento è oltre i 25 nodi con raffiche a 30, sembra di scalare marcia su una Aston Martin. La barca è a posto e l’equipaggio anche, i novellini hanno voglia di passare Capo Horn, magari con la luce del giorno e tutti lavoriamo duro per riavvicinarci. I bollettini delle posizioni sono buoni e stiamo guadagnato, attenti arriviamo…” A Tauranga in Nuova Zelanda, intanto Team Sanya è al lavoro per gli ultimi preparativi per poter partire domani via nave verso gli Stati Uniti.
Entrati nell’undicesimo giorno di regata, i leader si trovano a poco più di 2.682 miglia dal traguardo. Al rilevamento delle ore 15 (italiane) il francese Groupama 4 guida con un vantaggio di 50,2miglia su PUMA, terzo è Telefónica a 370,7 miglia dai leader, mentre gli ispano/neozelandesi di CAMPER, ancora in regata ma in rotta per il Cile, accusano un distacco di 1.106,6 miglia. Quinto rimane Abu Dhabi a 1.393,7 miglia. I più veloci della flotta restano i francesi con oltre 23 nodi.