Ci sono pochi fatti certi in vista della prossima edizione della America’s cup di vela, l’evento di sailing più antico e popolare al mondo. Si regaterà nel 2017 in America, presumibilmente nella baia di San Francisco, che, a detta degli organizzatori (gli americani di Oracle racing), ha beneficiato di milioni di dollari di investimenti. In acqua scenderanno ancora una volta gli statunitensi (il defender ufficiale), seguiti dai neozelandesi (anche se è da capire quanto il governo vorrà investire dopo aver visto sfumare all’ultima gara la tanto agognata vittoria finale) e il Team France. Marcel Vulpis.
Per l’Italia ci sono le rassicurazioni di Prada per la spedizione di Luna Rossa, ma è chiaro che questa competizione deve decidere cosa vuole essere e a chi si vuole rivolgere. La scelta dei multiscafi è molto suggestiva e sicuramente nella direzione del massimo sviluppo tecnologico della vela, ma è troppo lontana da quello che vorrebbero vedere in gara i “puristi” della vela. In questa edizione si sono iscritti solo tre challenger. I media, così come gli organizzatori, hanno sottolineato, a torto o a ragione, che ci si trovava di fronte ad una edizione atipica, visto che era inserita nel periodo più “nero” della economia mondiale. Vero! Ma adesso cosa succederà? Siamo così sicuri che nel 2017, in occasione della nuova America’s Cup ci saranno tutti questi sindacati velici pronti a spendere budget superiori ai 70-80 milioni di euro, pur sapendo che solo uno di loro vincerà la coppa delle “Cento Ghinee“? E’ chiaro che ci troviamo di fronte ad una vera e propria “scommessa sportiva” ed è molto probabile che anche i più grandi bookmaker internazionali accenderanno i riflettori su questa competizione, che può contare su una community molto forte, oltre che fidelizzata (WilliamHill, leader di mercato sicuramente sarà tra questi e metterà in palinsesto l’evento, oltre che una serie di offerte e bonus). Interessante anche lo sviluppo di questa manifestazione dal punto di vista della vendita dei diritti tv. Il “fuso” orario e il fatto che fosse organizzato in America non ha aiutato la vendita delle immagini (in diretta e differita sul mercato europeo), mentre è esploso l’interesse del web, molto seguito in America come in Europa (e l’Italia non ha fatto eccezione da questo punto di vista).
Marcel Vulpis