Economia

Caltagirone parla del nuovo progetto Fiumicino

  Il Faro on-line: Abbiamo incontrato l’Ingegnere appena prima dell’inizio della Tavola Rotonda su ‘L’ecosostenibilità e l’integrazione territoriale della Portualità Turistica’,  al Salone Nautico di Genova. L’Ingegnere è Francesco G. Caltagirone, l’uomo che ha dato una svolta al progetto di nuovo porto turistico a Fiumicino, progetto di cui si parla ormai da decenni. E la svolta si può chiamare “ferma volontà imprenditoriale”, che tradotto per i meno smaliziati si traduce con “reali capacità finanziarie”.

Insomma, Caltagirone ha investito tanto denaro in un progetto che, nelle intenzioni, dovrebbe diventare il fiore all’occhiello dell’intera comunità locale, con un ritorno non solo in termini d’immagine ma anche economico e, ovviamente, occupazionale. La notizia dell’apertura a breve dei cantieri di Acqua Marcia per il nuovo porto di Fiumicino (probabilmente in primavera 2010) Il Faro on line l’ha data venerdì 9, giorno del convegno. Ma con questa intervista andiamo al di là della semplice ottica localistica, allargando il discorso allo sviluppo della portualità.

Dottor Caltagirone, lei è impegnato nello sviluppo della portualità al nord Italia come al sud, e ora si concentra sul Lazio. E’ arrivato il momento per il Belpaese di far fruttare la grande potenzialità turistica che ha innata?
“Se c’è una cosa che unisce realmente nord e sud è la capacità turistica, quanto a potenzialità. Per anni però non è stata sfruttata a pieno, con particolare riferimento alla portualità, dove ancora passi in avanti devono essere fatti. Noi li stiamo facendo, impegnando soldi nostri senza gravare sulle casse dello Stato, con lo scopo di attrarre quel turismo che oggi come oggi solo saltuariamente approda al nord e al sud per poi lasciare il nostro Paese, e quasi mai si ferma al centro. E’ chiaro che per poter incidere in questo mercato si deve poter offrire approdi sicuri, confortevoli e servizi adeguati”.

Da imprenditore, come vive l’iter burocratico che accompagna questi grandi sogni che poi prendono il nome di porti?
“Guardi, le dico per dare un’idea della complessità mostruosa della cosa, che alle Conferenze dei Servizi su questi temi sono ben 29 le Istituzioni con diritto di parola, il che spesso si trasforma in un potere d’interdizione, a volte palese a volte più sottile, con l’allungamento a dismisura dei tempi di risposta documentale”.

Per il porto di Fiumicino a che punto siamo?
“Innanzitutto mi faccia sottolineare, vista la precedente domanda che ha fatto, la positiva collaborazione che abbiamo con Italia Navigando e con Sviluppo Italia, che ha dato risultati ottimali. Tra pochi mesi saremo in grado di aprire il cantiere a Fiumicino per un’opera che sarà assolutamente innovativa: il primo porto ecosostenibile in Italia”.

Lei sa meglio di tutti che un porto ha bisogno di infrastrutture per poter svilupparsi,  e Fiumicino in questo ha qualche handicap evidente…
“E infatti abbiamo dovuto inserire nel progetto opere extra, molto pesanti da un punto di vista economico, proprio riferite alla viabilità. Ma erano e sono necessarie, e dunque funzionali al progetto. Si faranno, ma non direi che Fiumicino sta messa poi così male: c’è l’aeroporto internazionale, c’è l’autostrada Roma-Fiumicino, c’è la vicinissima Roma-Civitavecchia. Il punto è coprire gli spazi attualmente scoperti, implementare la possibilità di usufruire della ferrovia e mettere a sistema il settore della mobilità. E lo faremo”.

FONTE: Il Faro OnLine

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