Auto da sogno come la Pagani Zonda o la Bugatti Veyron, yacht, gioielli preziosi, e anche curiosità come «l’acqua con l’oro» di Exousìa e i concerti sul molo della Marina di Porto Cervo di Giusy Ferreri, Kool & The Gang e Nile Rodgers. Si è chiuso a Porto Cervo il Deluxe Costa Smeralda Raphsody, l’annuale appuntamento con il lusso sulla riviera più famosa della Sardegna. Due giorni di eventi ed esposizioni di prodotti da sogno, ma anche l’occasione per fare il punto della situazione sul mondo dei consumi di alta gamma.
A tracciare un bilancio l’Osservatorio sul Lusso di Cervellini & Partners, secondo il quale la crisi ha ridotto di almeno il 10% il consumo di beni di lusso. In questa fase incerta di mercato i marchi sono alla ricerca di unriposizionamento strategico dei prodotti. Due le nuove tendenze evidenziate dall’analisi: il ritorno alla sobrietà e prodotti sempre più ecosostenibili.
Un anno difficile: consumi a -10%
Di certo il 2009 è un anno difficile per i consumi di alta gamma e secondo alcuni analisti il giro d’affari di 170-175 miliardi di euro che il mondo del lusso ha generato a livello mondiale nel 2008, potrebbe scendere di una quota di almeno il 10%, scivolando così a un livello di circa 155 miliardi di euro di fatturato.
Il settore che più sta manifestando sofferenza è quello dell’alta moda, con cali tra il 20 e il 30% delle vendite. In difficoltà anche l’abbigliamento e gli accessori, ma con flessioni meno vistose, nell’ordine del 10-15%.
Stabile si dovrebbe invece mantenere il reparto dei profumi e dei cosmetici.
Di fronte a questa sensibile flessione, che colpirà quasi tutti i segmenti e quasi tutte le aree geografiche, ad eccezione della Cina e di alcuni Paesi arabi, la parte dell’offerta dovrà attuare un riposizionamento strategico dei prodotti e della loro commerciabilità.
Anche se in alcuni paesi come l’Italia la popolazione dei ricchi (con oltre 500 mila euro di patrimonio finanziario) e dei superricchi (con oltre 10 milioni di euro di patrimonio) è in calo come conseguenza della crisi, il ceto medio tiene ed anzi, a livello mondiale sta avanzando. Un ceto medio molto sensibile ai marchi di alta gamma e in continua crescita: sulla base delle stime di alcuni Centri Studi internazionali, la popolazione che al mondo può vantare un reddito compreso fra i 60 e i 100 mila dollari sta sfiorando i 50 milioni, grazie allo sviluppo di nuova ricchezza nei paesi emergenti.
Per alcuni produttori questa è un’opportunità da cogliere, sfruttando così la possibilità di creare una filiera di prodotti di alta gamma al fine di catturare anche questa nuova parte consumatori benestanti.
I nuovi moralisti
Secondo l’Osservatorio sul Lusso, molte aziende sono convinte che anche il
settore del lusso debba guarire dagli eccessi del passato e che debba tornare alla sobrietà, intesa come gusto, ragionevolezza, discrezione. A questo filone di pensiero è stato dato il nome di scuola dei moralisti, a sottolineare l’impostazione etica di fondo.
Per un’altra parte degli operatori, invece, il lusso non dovrebbe cambiare ma dovrebbe attendere la fine del ciclo recessivo, per riprendere poi con rinnovato vigore. A questa scuola di pensiero è stato dato il nome di tecnici, per evidenziare la sostanziale visione economica del fenomeno. Quello che è certo è che nessuno dei marchi del lusso può fare a meno di seguire la tendenza ecologista che sta contagiando tutto il mondo. Prodotti sempre più eco-responsabili sono la chiave per fidelizzare un consumatore sempre più esigente per il quale l’aspetto etico sta diventando centrale nei meccanismi di acquisto.