Oceano

Jacques Vabre: è battaglia durissima nel gruppo di centro dei Class40

 

Giunti al Pot du Noir, nella zona delle calme equatoriali, il gruppo dei Class40 che stanno correndo la transatlantica in doppio “Jacques Vabre” si è ricompattato, cosa che ha dato ad alcuni qualche chance in più per riprendere in mano la partita e giocare con nuove carte. Più le barche scendono verso sud, spostandosi da Recife verso Rio, più il vento tende a rinforzare. Le condizioni che ci hanno descritto Gaetano Mura e Sam Manuard da bordo di Bet1128 al passaggio dell’equatore sono per alcuni versi drammatiche. Anche se non a causa della violenza degli elementi incontrata nell’Atlantico del nord, in cui le barche in gara hanno dovuto battersi contro raffiche che hanno raggiunto i 45 nodi e oltre.

In zona equatoriale gli uomini di Bet1128 sono sottoposti a una combinazione micidiale fra alte temperature e massima umidità, al punto che malgrado il calore, nulla a bordo si asciugava. Parte del cibo imbarcato è compromesso, gli indumenti restano zuppi anche se esposti all’aria, l’andatura, per lo più di bolina larga, porta ad avere costantemente la coperta bagnata da schizzi e ondate.

Ora Bet1128 si trova al largo della costa brasiliana, fra Recife, capitale del Pernambuco, e Rio de Janeiro. Ricordiamo che Bet1128 ha disalberato attraversando il Golfo di Biscaglia. Costretta a ripiegare nel porto spagnolo di La Coruña, la barca azzurra è stata bloccata per 8 ore in attesa che si completassero gli interventi di riparazione. Infine, al largo delle isole di Capoverde, di fronte al Marocco, anche qui in piena notte, un mercantile cargo che non ha rispettato quanto stabilito al passaggio, costringendo l’equipaggio a una manovra d’emergenza che ha provocato la rottura del bompresso e letteralmente l’esplosione di uno spinnaker.

La calma al passaggio all’equatore ha permesso di fare riparazioni di fortuna, ma Bet1128 non può più sostenere gli sforzi strutturali generati da una piena invelatura. Quando il vento si avvicina ai 20 nodi bisogna ridurre. Malgrado queste difficoltà, Bet1128 combatte strenuamente contro i 26 Class40 rimasti in lizza e risale rapidamente fino alla 12a posizione, arrivando addirittura a toccare la decima. Ma, costretti a ridurre le vele e a tirar giù lo spi, da qualche ora sono tornati alla 12a.

Il grosso dei Class40 si concentra qui, nell’arco di 230 miglia che potrebbero essere scavalcate in una notte da uno scafo più performante e veloce degli altri, a portarsi in quarta posizione, ma non è semplice. Paradossalmente, Bet1128 sarebbe avvantaggiata da venti medio-leggeri, ma per il momento, più si procede verso sud, peggio è.

Gaetano ci descrive così il lavorio dovuto all’incostanza delle condizioni atmosferiche: “Giornatina faticosa … metti il frullo (vela avvolgibile ndr), togli il Frullo, issa lo spi, ammaina lo spi, prendi una mano (prendere una mano di terzaroli, manovra per ridurre la vela maestra ndr), togli la mano, e così via … siamo in una zona di grandi groppi rafficosi (improvvise e intense raffiche di vento ndr) che scaricano acqua a secchiate. Abbiamo rindossato le cerate e passato diverse ore alla barra (al timone, senza pilota automatico). Nel pomeriggio si sono intensificati e abbiamo avuto qualche oretta sportiva su spi con raffiche fino a 33 nodi. Ma abbiamo il bompresso “tenuto con lo spago” e anche se è dura buttar giù (ammainare la vela ndr), specie quando sai che chi ti corre vicino non lo farà. Ma il vento ha rinforzato e la barca soffre, l’attrezzatura e sforza, e ha ancora parecchie miglia davanti”.

Bet1128 si batte “a vista” con Fantastica, l’altra azzurra piazzata a poche miglia a prua, a sua volta preceduta da Phoenix. E’ iniziata un’altra notte di gara all’equatore, quali sorprese per domani?

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