AC/LVC

Ma a questi signori chi lo dice che hanno perso?

Intervista su Il Mattino di Napoli del 3 settembre 2011. Borgomeo: «La Coppa America sarà il motore del rilancio». L`ex ad di Bagnolifutura: «Evento fondamentale e non solo per recuperare immagine» E’ stato a capo di Bagnolifutura fino a pochi mesi fa, prima che ricominciasse il can can dell`America`s Cup o Luis Vitton che sia, ma Carlo Borgomeo, che attualmente è presidente della Fondazione Con il Sud, sull`evento inseguito dalla città ha le idee chiare. «Probabilmente sulla Coppa America a Bagnoli» spiega qualcuno potrebbe notare che c`è un eccesso di enfasi, perché si tratta di un evento importante, ma comunque parziale».

Pietro Treccagnoli
E andando oltre l`enfasi?
«E del tutto evidente che bisogna promuovere eventi di questo tipo per contrastare la disastrata immagine negativa che Napoli ha accumulato negli ultimi anni. arebbe sbagliato sottovalutare questo impatto, perché, mai come ora, è indispensabile ricostruire la percezione che nel mondo si ha della città».

Guardare oltre la Coppa, insomma.
«Ma certo. La regata sarebbe n`occasione formidabile di promozione che va al di là del contenuto anche economico dell`operazione, perché darebbe un segnale forte: Napoli viene scelta». Un riconoscimento internazionale, non c`è dubbio.

Ma non rischierebbe di trasformarsi in  un`operazione di facciata? Napoli ne haviste tante.
«Al di là dell`afflusso di turisti, la Coppa genererebbe un effetto domino che avrebbe ricadute positive sul resto della città».

L`effetto che si sperava dal G7 nel 1994 con la prima giunta Bassolino.
«E che, non si può negare, negli anni successivi c`è stato. Anche se tutto va relativizzato».

Bagnoli è da anni una ferita aperta nella città. Un ferita che è diventata quasi un simbolo dell`immobilità progettuale di Napoli e sì è radicata
nell`immaginario. Cos`è che è mancato per il rilancio della Zona Ovest?
«Su Bagnoli ci sono stati troppi ritardi. La stessa Bagnolifutura quando è partita era già in forte ritardo. Però, se si guarda a Bagnoli si scopre che è stato fatto molto di più di quanto è percepito dall`opinione pubblica».

Be`, in questi giorni d`estate, quando la città si mette a nudo, Bagnoli ha mostrato molte cicatrici. Se lei dovesse individuare due momenti critici per il rilancio di Bagnoli cosa segnalerebbe?
«Innanzitutto il ritardo con il quale, nel 2002-2003, il ministero dell`Ambiente approvò il piano per Bagnoli. E’ stato perso molto tempo prezioso».

E il secondo?
«Un altro ritardo. Quello per l`individuazione dei siti dove conferire i rifiuti inerti dell`area».

Guardando oltre e senza la Coppa America qual è l`emergenza principale per Bagnoli?
«Occorre assolutamente completare il piano di recupero così come è stato previsto, portando a buon fine la vendita dei suoli. Allora il più è fatto e si può realizzare il parco urbano che prevede, non dimentichiamolo, ben 190 ettari di spazi verdi».

Qual è invece il rischio maggiore?
«Rimettere in discussione tutto il piano sarebbe un errore clamoroso. Si accumulerebbero altri ritardi. Non se ne uscirebbe più».

Pietro Treccagnoli

Related Posts