Il giudizio relativo alla fase uno non è del tutto negativo visto che “i provvedimenti varati dal Governo nella fase uno erano quantitativamente inevitabili, ma la carta bianca concessa alle grandi strutture commerciali, accompagnata dall’autunnale aumento di un punto dell’Iva e la ‘promessa’ di un’ulteriore crescita di due punti da ottobre prossimo, comporteranno enormi problemi per i consumi e per la rete commerciale urbana. Non e’ questa la via per favorire il rilancio della domanda interna, degli investimenti e dell’occupazione. Con questa impostazione la nostra economia nel 2012, rischia di entrare in recessione”.
Insomma, la crescita economica italiana passa per il sostegno alle piccole e medie imprese, fulcro del tessuto produttivo del Paese, per uscire dalla crisi: parte da questo assunto la ricetta per il rilancio dell’Italia di Confesercenti che, come seconda leva per la ripresa, ritiene necessario che il Governo metta in campo misure per alleggerire la pressione fiscale. Confesercenti, infine, condivide la necessità di un dialogo tra Governo e parti sociali in “un cammino condiviso per uscire dalla crisi, con quel senso di responsabilità e coesione già richiamato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano”.
Intanto, mentre infuriano le solite polemiche sugli stipendi della Casta, Il settore terziario italiano a dicembre ha segnato una contrazione per il settimo mese consecutivo, accelerando il passo della flessione a un ritmo più veloce delle attese. L’indice destagionalizzato Pmi elaborato da Markit/ADACI sul comparto servizi, che va dagli hotel alle banche, è sceso a 44,5 da 45,8 di novembre, scivolando ulteriormente sotto la soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione. L’occupazione ha mostrato una contrazione per il settimo mese consecutivo, attestandosi ai minimi da luglio 2009.
FONTE: http://www.i-dome.com/articolo/19266-Per-uscire-dalla-crisi-servono-le-PMI.html