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Quanto vale una medaglia d’oro nel mondo?

Il Coni paga un oro 140mila euro. Poco rispetto a Singapore (640mila euro), molto rispetto agli altri Paesi europei: in Francia un oro “vale” 52mila euro, in Germania 15mila. La meno generosa è proprio la Gran Bretagna, che non elargisce bonus per i propri medagliati. – Valerio Bassan. Fonte Linkiesta

Ci sono atleti che si allenano per anni e perdono la medaglia all’ultimo lancio, all’ultimo sparo, o all’ultimo tuffo, come la sfortunatissima Tania Cagnotto nella finale del trampolino tre metri. E poi c’è chi riesce a mettersi al collo un oro inseguito a lungo e fortemente voluto, come Niccolò Campriani, nella carabina cinquanta metri a tre posizioni. Un successo non solo sportivo, ma anche economico, per l’atleta, che conquistando la medaglia più preziosa incassa anche una somma importante dal Coni: 140mila euro.

Una cifra alta? Bassa? Equa? Ma quanto “vale” una medaglia d’oro agli atleti delle altre nazioni? Business Insider ha stilato una sorta di classifica, basata su stime ottenute da “diverse fonti”. Non sempre, infatti, questi dati sono pubblici. In ogni caso, dalla lista emerge un dato interessante: l’Italia è tra gli stati che pagano più profumatamente i propri medagliati. Soltanto Singapore, dei Paesi analizzati, scuce cifre maggiori di noi, la Francia la metà, la Germania poco più di un decimo. La Gran Bretagna, invece, ha stretto i cordoni della borsa: il “bonus” olimpico, oltre la Manica, non è nemmeno previsto.

1. Singapore: €650,000
2. ITALIA: €140,000
3. Russia: €108,000
4. Ucraina: €80,000
5. Francia: €52,498
6. Giappone: €28,906
7. Cina: €25,2832
8. Usa: €20,000
9. Australia: €16,000
10. Canada: €16,000
11. Ghana: €16,000
12. Germania: €15,700
13. Gran Bretagna: 0

Qualche polemica, a riguardo, c’è già stata. Al punto che Lello Pagnozzi, segretario del Coni, ha voluto precisare l’origine di un bonus così ricco: «I 140mila euro risalgono al 1993, quando il premio per il medagliato aveva una componente cash ed un’altra di tipo pensionistico-assicurativo», riporta Daniele Dallera sul Corriere. Attenzione però ai bonus, che l’Italia non elargisce: «Il confronto con gli altri Paesi non è sempre valido», prosegue Pagnozzi, «perché altri comitati olimpici si limitano nel compenso, quello pronto cassa, ma poi elargiscono dei benefit». Come la Malesia, che offre un bonus da 400mila euro per chi vince nel badminton.

A queste cifre bisogna aggiungere il valore intrinseco della medaglia. Certo, non si parla di cifre altissime, tutt’altro, ma anche questo fa parte del bottino complessivo dell’atleta vittorioso. Le medaglie di Londra 2012, con i loro 400 grammi, sono le più pesanti di sempre nei Giochi Olimpici estivi. Composte per il 92,5% da argento (370 grammi), per il 6,16% da rame (24,64 grammi), e per l’1,34% d’oro (5,36 grammi), le medaglie al collo dei vincitori dell’olimpiade made in Britain, valgono all’incirca 530 euro.

Se vi state chiedendo chi si sognerebbe di rivendere una medaglia olimpica, beh, sappiate che è già successo. Il nuotatore americano Anthony Ervin vendette la sua medaglia d’oro, conquistata ai Giochi di Sidney 2000, per quasi 14mila euro. Per lui, infatti, era «soltanto un simbolo». Il boxeur ucraino Wladimir Klitschko ha messo all’asta la sua, anch’essa del metallo più prezioso, nell’intento di ricavarne un milione di dollari per beneficenza. Klitschko, così facendo, ha conseguito un doppio successo: l’asta ha raggiunto il milione e il benefattore, commosso dal gesto del pugile, ha voluto resituirgli il prezioso ricordo olimpico.

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