Investimento di 9 milioni di euro e 20 giovani ricercatori assunti per tecnopolo emiliano. Il Presidente della provincia Claudio Casadio ha sottolineato come la creazione di un’iniziativa del genere sia un segnale di per il territorio e la sua crescita economica. Un territorio come quello ravennate caratterizzato da un diffuso tessuto di PMI che hanno bisogno di ricerca per garantirsi competitività internazionale.
Specifici progetti saranno dedicati a Nautica ed energia. Ma anche meccanica, nuovi materiali, alimentare, meccanica agricola. Questi i settori chiave dell’economia ravennate, che vedono la Regione Emilia-Romagna in prima linea per offrire nuove e concrete opportunità di sviluppo al sistema produttivo locale.
I programmi di ricerca si traducono in un investimento complessivo pari a 9 milioni di euro di cui 5,5 a carico della Regione Emilia-Romagna, i restanti 3,5 milioni di euro di competenza dell’Università di Bologna, la Provincia e il Comune di Ravenna.
Il tecnopolo ravennate si svilupperà su tre sedi area ex Sarom e area Rivoira a Ravenna, Parco Torricelli delle arti e delle scienze a Faenza con quattro le unità operative del tecnopolo: per Ravenna, il Ciri (Centro interdipartimentale di ricerca industriale, energia e ambiente) Ambiente ed Energia (unità operativa Biomasse), il Ciri Meccanica avanzata e Materiali (unità operativa Materiali avanzati e applicazioni per la nautica) e il Ciri Edilizia (unità operativa Tecnologie innovative applicate al restauro, recupero e riqualificazione del patrimonio costruito).
La ricerca per la nautica riguarderà l’introduzione di materiali ecocompatibili ed i nano materiali. L’azienda faentina Ri-Ba Composites ha ottenuto un contributo per la realizzazione, rispettivamente, del progetto Promatec (processi e materiali innovativi tecnologicamente avanzati per la meccanica) ed Econaut (qualità, riciclabilità ed eco sostenibilità delle unità da diporto).