Cantieri

Un altro cantiere in crisi

  La famiglia Ceccarelli si è arresa: la trattativa in corso per la cessione dei “Cantieri Navali” di Lavagna è saltata. Così, ieri pomeriggio, da Milano ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’avvio della procedura di fallimento. Un ennesimo brutto colpo all’economia del Tigullio, e in particolare a un settore già in sofferenza come quello della nautica: oltre tutto visto che coinvolge un marchio molto prestigioso per il territorio.

Secolo XIX – A confermare la notizia, nella sede chiavarese della Cgil, sono Armando Firpo, segretario Cgil per il Tigullio, Sergio Ghio, responsabile Fiom, e Paolo Garibotto, responsabile Fillea.

Si temeva un epilogo del genere per la crisi che dalla scorsa estate era esplosa nel cantiere di via dei Devoto, a seguito di un forte indebitamento (i sindacati parlano di 27 milioni). Una crisi che aveva visto i 34 dipendenti (ora ridotti a 30) finire in cassa integrazione ordinaria dal 3 agosto. Ai primi di settembre, con la liquidazione, è scattata la “cassa” straordinaria. Oggi, con la consegna dei libri contabili al tribunale di Milano, si apre una nuova fase: dopo la sentenza, con la nomina del curatore fallimentare e l’attivazione della procedura, scatterà prima la cassa integrazione straordinaria (da un minimo di 6 mesi a un massimo di 18) e quindi la mobilità. Una prospettiva drammatica per i dipendenti (in gran parte nella fascia 40-50 anni, diversi sotto i 40 e solo 5 o 6 con la possibilità di essere accompagnati alla pensione). Che oltretutto non hanno ricevuto gli stipendi di giugno, luglio e settembre (agosto è stato pagato direttamente dall’Inps, grazie all’intervento dei sindacati), a cui ora si aggiunge il trattamento di fine rapporto. Tutto questo passa in mano al curatore, che avrà ora l’incarico di trovare acquirenti: il marchio resta molto appetibile, ma il timore è che possa lasciare il Tigullio.

La situazione è drammatica anche per le numerose ditte dell’indotto che operavano insieme ai “Cantieri Navali”: una stima fatta dai sindacati quantifica in 150-200 i lavoratori coinvolti. Oltre a perdere gli appalti, queste ditte vantano anche forti crediti.

«La nostra azione – spiega Firpo – si articolerà su tre piani. Tutelare i dipendenti per ottenere gli ammortizzatori sociali con il curatore fallimentare; fare inserire tutti i crediti vantati dai lavoratori nella procedura fallimentare; attivare un percorso politico-istituzionale perché questa è sempre stata un’azienda importante di una filiera importante per il territorio». La Cgil chiederà il sostegno al Comune di Lavagna, a Provincia e Regione: «Il territorio non può sopportare questo ulteriore dramma occupazionale».

Restano fuori dalla vicenda, invece, i “Cantieri Navali Liguri” di Riva Trigoso, il cosiddetto “cantierino”, sempre di proprietà dei Ceccarelli, con sei dipendenti in “cassa”.

«Perdiamo un’altra azienda», è il commento di Franca Garbarino, presidente del gruppo Tigullio di Confindustria Genova, che solo pochi giorni fa aveva lanciato l’allarme per le troppe aziende che hanno chiuso nel 2009.

 

FONTE: Secolo XIX

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