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La procura indaga sulla tappa di Napoli

C’è sempre una procura dietro l’angolo, è l’ineluttabile destino dell’Italia a quanto sembra. ?E’ così che si apprende, grazie ad un’indiscrezione del “Velino”, che l’ufficio giudiziario di Napoli (foto) ha aperto due inchieste parallele sulla Coppa America di vela, il controverso happening sportivo di alcune settimane fa. Ci sarebbero già diversi indagati iscritti nel registro ma, inutile dirlo, sulla loro identità vige il massimo riserbo. Almeno finora. L’iniziativa nasce da alcuni esposti presentati durante la fase preparatoria dell’America’s Cup ma anche da una valutazione autonoma di fatti e circostanze. I reati ipotizzati potrebbero essere di due tipi, considerate le sezioni investigative della magistratura impegnate: ci sarebbe un profilo relativo a presunti reati contro la pubblica amministrazione ed un altro sugli illeciti ambientali, sempre presunti, per la costruzione a mare della famosa barriera «con i baffi». Si vedrà nel corso dei prossimi giorni la direzione che prenderanno gli uomini guidati dal nuovo procuratore Colangelo.
EOLOPRESS – La notizia è deflagrata immediatamente ma nessuno dei potenziali soggetti interessati (non necessariamente destinatari dei provvedimenti) sembrava saperne alcunché. Dalla giunta regionale di Caldoro sono caduti dalle nuvole quando Libero l’ha compulsata per conferme o dichiarazioni. Da Palazzo San Giacomo, sede del comune guidato da De Magistris, nessun segnale. Idem per altri esponenti politici e imprenditoriali.

La Coppa America, ricordiamo, è stata al centro di aspre polemiche soprattutto per i costi e le ricadute sul territorio in termini di ritorno economico ed indotto. Il leader dell’opposizione, Gianni Lettieri, fu il primo a presentare uno studio comparativo tra i costi sostenuti a Plymouth e quelli di Napoli. Il divario era di un maggior costo per il capoluogo di 22 volte superiore a quello inglese. Più tardi, sia il sindaco che l’industriale Paolo Graziano diedero numeri e dati diversi. Ora è il “turno” dei magistrati.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 7 luglio 2012)

Fonte EOLOPRESS

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