Alinghi ha colto l’occasione del varo e della prima uscita nelle acque di Valencia del suo maxi catamarano, Alinghi 5, per dare il benvenuto presso la propria base alle autorità locali. Ernesto Bertarelli, presidente di Alinghi, ha salutato Francisco Camps, presidente della regione, e Rita Barberà, sindaco di Valencia, che gli ha consegnato la bandiera della città, immediatamente issata a bordo di Alinghi 5.
“Siamo pronti per il match – ha dichiarato Bertarelli ai giornalisti presenti – Il team è qui, io sono qui e siamo pronti per l’America’s Cup dell’8 febbraio. Tutti i diversi aspetti organizzativi per far partire l’evento sono al loro posto: abbiamo un accordo con il comune di Valencia per quanto riguarda l’organizzazione a terra della 33ma America’s Cup, e siamo solo in attesa del benestare del Governo centrale di Madrid”.
Non appena le grandi vele sono state caricate sul catamarano con una gru, l’argomento si è spostato verso l’ultima causa intentata da Oracle (la nona). Ernesto Bertarelli è stato deciso nelle sue affermazioni: “Le nostre vele sono il prodotto di una tecnologia Svizzera e sono state costruite a Villeneuve, in Svizzera. La tecnologia svizzera è stata utilizzata sia dai defender che da challenger nell’America’s Cup a partire dal 1995 e abbiamo impiegato anni di sviluppo in Svizzera per realizzarle. Se il sistema giudiziario americano dovesse proibire il loro uso, sarebbe come chiedere a Roger Federer di difendere il suo primato senza utilizzare la racchetta da tennis. BMW Oracle Racing vuole vincere l’America’s Cup nelle aule di giustizia dal momento che senza vele noi non possiamo regatare”.
Subito dopo il varo Ernesto è salito a bordo del catamarano, mentre gli ospiti hanno preso posto sulle imbarcazioni al seguito per seguire i primi test in vista dell’inizio del programma di allenamento che comincerà domani.