Alla COP30 di Belém, The Ocean Race ha portato lo spirito della vela oceanica nel cuore del confronto globale sul clima. Durante l’evento “Racing for the Ocean: Faster and Smarter”, organizzato nella città brasiliana che ospita oltre 55.000 partecipanti, velisti, scienziati e leader internazionali hanno discusso come l’approccio dei navigatori – resilienza, analisi degli errori, capacità di adattamento – possa diventare un modello per affrontare la crisi climatica.
Il leggendario campione brasiliano Torben Grael ha spiegato come una vita in mare insegni che vento e mare sono imprevedibili, proprio come il cambiamento climatico: si commettono errori, ma si impara, si corregge la rotta e si riparte. “Così si vince la corsa per salvare l’oceano”, ha dichiarato.

Durante l’incontro, The Ocean Race ha presentato i risultati del Planetary Health Check 2025, che mostra un quadro preoccupante: sette dei nove confini planetari sono stati superati, tra cui clima, acidificazione degli oceani e perdita di biodiversità. Solo due sistemi restano entro limiti di sicurezza.
Secondo Peter Thomson, inviato speciale ONU per gli oceani, la salute marina sta peggiorando, ma la scienza avanza rapidamente. Il presidente di The Ocean Race, Richard Brisius, ha ricordato l’eredità di Sir Peter Blake: “I velisti vivono grazie all’oceano; proteggerlo è la nostra responsabilità”. The Ocean Race vuole ora trasformare questa consapevolezza in azione globale.