Che Marco Nannini avesse la “testa dura” è abbondantemente noto, ma che anche il suo skipper fosse fatto della stessa pasta non era chiaro a tutti. Questa tappa della
Global Ocean Race sembra dimostrare che questi due ragazzotti, nonostante i mezzi, possano dare del filo da torcere a chiunque. Lo sanno bene i sudafricani di Pheseya che adesso li sentono alle costole. Condizioni durissime per la terza tappa della Global Ocean Race. Dal diario di Marco: “
E’ passata poco piu’ di una settimana dalla partenza della Global Ocean Race e dopo una breve pausa dopo la burrasca di alcuni giorni fa stiamo di nuovo navigando in condizioni durissime, 30-35 nodi di vento sul muso, mare in continuo deterioramento, barca che sbatte sulle onde, sottocoperta il moto e’ violentissimo ed anche le operazioni piu’ semplici richiedono tempi infiniti. Due barche si sono ritirate dalla regata per via delle condizioni particolarmente dure e anche questa seconda burrasca si sta dimostrando
impegnativa per il team sudafricano di Phesheya Racing, costretto oramai da ore a mettersi alla cappa (manovra che consente di fermare la barca e superare condizioni meteo estreme). Noi proseguiamo a denti stretti, certo stiamo prendendo davvero tante mazzate, a sud di noi gli iceberg, a nord la tempesta, a est capo horn. La terra piu’ vicina e’ oramai a oltre 1000 miglia di distanza e fra poco sara’ piu’ breve proseguire che tornare indietro, quindi teniamo duro.”