Questo trapela dalla riunione della squadra a Palazzo Partanna. «Abbiamo fatto il punto sullo stato della trattativa con l’America’s Cup Event Authority per l’assegnazione di alcune tappe della manifestazione velica a Napoli – si legge in un comunicato – dopo l’assegnazione a Venezia di due eventi. Durante la riunione si è fatto il punto anche alla luce della conferma della disponibilità da parte del presidente dell’Acea, Richard Worth, di proseguire e chiudere la trattativa con Napoli».
All’incontro non sono andati il sindaco e il governatore Stefano Caldoro, per il Comune ha partecipato il vice Tommaso Sodano e per la Regione l’assessore Marcello Taglialatela.
Per la Provincia l’assessore al Bilancio Armando Cascio. Per Bagnolifutura il presidente Riccardo Marone e il direttore Mario Hubler e per l’Unione Industriali di Napoli il presidente Paolo Graziano e i vicepresidenti Ambrogio Prezioso e Luca Moschini. Alla base della vittoria di Venezia al primo round c’è, e nessuno lo nasconde, un problema economico e finanziario. Quelli della Serenissima hanno messo sul tavolo un piatto più ricco.
Gli americani volevano l’asta, la squadra napoletana – giustamente – ha detto no. Con i chiari di luna che la crisi porta non sarebbe stato saggio. Come si dice in questi casi per il secondo round si sta limando una nuova offerta, magari più appetibile per gli americani che passata la sbornia Venezia alla fine queste altre due tappe da disputare a settembre-ottobre del 2012 e del 2013 da qualche parte le devono pure portare. E Napoli non è esattamente una seconda scelta. Il sì a Venezia è stata una doccia fredda inattesa, ma il senso di questo vicenda è che al di là delle differenze si può stare insieme. Da salvare, a prescindere, c’è il nuovo metodo di lavoro fra istituzioni.
Il governatore Stefano Caldoro al riguardo è esplicito: «Lo spirito che ci ha animato è stato di collaborazione, per realizzare cose importanti per la città e la regione e va mantenuto, è fondamentale per il rilancio e deve rimanere aperto a tutti» spiega. Caldoro non getta la croce addosso a nessuno ma non sottovaluta l’esclusione momentanea di Napoli, vuole capire cosa è successo: «Stiamo troppo guardando al nostro interno, io sto guardando a chi si è aggiudicato la gara. Sappiamo bene che c’erano Venezia e Trapani, da prima di Napoli. La verità è che Napoli non era in conto nella prima fase e la trattativa era con le altre due città, Napoli è arrivata in un secondo momento».
Insomma, gli americani avrebbero bluffato e non bisogna cadere nuovamente nella loro trappola. «Credo onestamente – conclude Caldoro – che si è fatta la parte che si doveva fare per concorrere e dare giudizi affrettati non è opportuno». Caldoro per capire cosa è successo ha telefonato al governatore del Veneto, Luca Zaia. Dal presidnete della provincia Luigi Cesaro arrivano più o meno le stesse considerazioni: «Mantenere lo spirito di squadra e confermare i finanziamenti, così vinceremo il secondo round».
Fonte Il Mattino