Economia

Allarme rosso per la cantieristica

È il comparto della nautica da diporto quello che avverte maggiormente il peso della crisi economica in questo scorcio finale del 2009. Il dato emerge con forza dopo l’incontro che istituzioni, rappresentanti degli industriali e organizzazioni sindacali hanno avuto ieri pomeriggio a Palazzo Franzoni, per iniziativa del sindaco di Lavagna, Giuliano Vaccarezza.

Uno dopo l’altro sono entrati in una fase di preoccupante crisi per cinque unità produttive: i Cantieri Navali di Lavagna, con 30 dipendenti diretti in cassa integrazione straordinaria fino alla fine di settembre 2010 e ripercussioni su un indotto che coinvolge altri 150 lavoratori; il i Cantieri Navali Liguri di Riva Trigoso (6 dipendenti diretti), per i quali viene chiesta la proroga della cassa ordinaria che scade a fine dicembre; gli Alalunga Spertini, i cui 21 addetti sono in cassa straordinaria per dodici mesi; e i Cantieri Diano di Borgo Renà a Riva Trigoso, 18 dipendenti diretti, per i quali il sindacato sta trattando per avere la copertura di un anno di cassa integrazione straordinaria; infine, i Cantieri Marrè di Carasco (altri 11 dipendenti), interessati da novembre da un periodo di sei mesi di cassa integrazione in deroga. Complessivamente, la crisi riguarda 80 lavoratori diretti e non meno di 200 coinvolti nell’indotto, attraverso le ditte che operano negli appalti.

Al vertice di Palazzo Franzoni, che nasceva dalla necessità di fare il punto sulla situazione del comparto, muovendo però dalla situazione più delicata, quella dei Cantieri Navali Lavagna, ha partecipato la proprietà degli stessi, rappresentata da Francesco Ceccarelli, il Comune (col sindaco Vaccarezza, il vice Mauro Caveri, il consigliere delegato al Lavoro Marco Daneri), l’assessore regionale Giovanni Enrico Vesco (Politiche del lavoro e Occupazione), l’assessore provinciale Paolo Perfigli, i rappresentanti confederali e di categoria delle organizzazioni sindacali, le Rsu dei Cantieri Navali Lavagna, la “past president” del gruppo Tigullio di Confindustria, Marisa Patellani. «Abbiamo chiesto alle istituzioni, in primis alla Regione, di interessarsi a tutte le situazioni “aperte” per garantire quanto meno una risposta adeguata ai lavoratori e un minimo di copertura attraverso la cassa integrazione – ha spiegato al termine Armando Firpo, segretario generale comprensoriale Cgil- . É infatti emersa una situazione pesante della filiera produttiva della nautica da diporto, che richiede un impegno da parte di tutti. Occorre però ragionare anche oltre l’orizzonte della crisi, in prospettiva, non dimenticando il progetto della Colmata di Lavagna che può costituire un momento di rilancio importante per il settore». Dal Cantieri Navali di Lavagna è giunta la conferma di una situazione di stallo rispetto alle trattative in corso per la ricerca di acquirenti o di partner in grado di sostenere l’azienda rispetto alle contingenti difficoltà finanziarie. «Purtroppo non mi sembra siano emerse certezze sul futuro della società – conferma l’assessore regionale Vesco – . In generale, siamo di fronte a uno stato di crisi profonda del comparto rispetto al quale è necessario dare, tutti insieme, una risposta significativa». A questo proposito, Vesco si è detto disponibile a raccogliere l’invito lanciato da Marisa Patellani per un’azione comune concreta, finalizzata a individure progetti di riconversione di quei lavoratori che le aziende non dovessero più riuscire a riassorbire. «É un’operazione difficile – spiega l’ex presidente di Confindustria Tigullio – ma in una fase di difficoltà come l’attuale è indispensabile che tutte le parti si parlino e lo facciano nel solco della concretezza. Ho chiesto di confrontarci per capire se sia possibile progettare insieme qualcosa su questo territorio, partendo dalle opere pubbliche più importanti, come il tunnel Fontanabuona-Rapallo e la Colmata di Lavagna, ma anche guardando a piccoli progetti (penso all’agricoltura, alla riqualificazione dell’entroterra, al settore dell’energia) per dare opportunità di lavoro credibili. Come imprenditori siamo pronti a ragionarci, ma è chiaro che anche le istituzioni pubbliche devono fare la loro parte».

FONTE: http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/levante/2009/12/03/AMruEVAD-allarme_rosso_cantieristica.shtml

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