Secondo gli esperti, però, la buona notizia è che i sei team potrebbero riuscire nel loro intento nelle prossime ventiquattro ore, ingranando la marcia buona, aumentando la velocità e avvicinadosi alla meta. Le previsioni meteo indicano che da la flotta potrebbe lasciarsi alle spalle il peggio a partire da questa notte e l’ordine in cui le barche entreranno nel nuovo sistema sarà determinante per il proseguo della tappa. Una volta passato l’ostacolo, i sei Volvo Open 70 potranno navigare spinti da una brezza stabile da nord, e si può prevedere che il primo equipaggio a raggiungere l’anticiclone potrebbe accumulare forte vantaggio.
Perciò, tutti i sei team restano impegnati a studiare la situazione, i navigatori al tavolo di carteggio high-tech e il resto degli equipaggi in coperta alla ricerca della massima velocità con continui cambi di vele in un mare incrociato e confuso, che mette a rischio le barche e le strutture e rende la vita a bordo decisamente poco confortevole.
Andrew Cape, il navigatore di Team Telefonica racconta così le ultime ore: “Un altro giorno di lavoro in ufficio. La nostra posizione più a nord dipende dalla scelta che abbiamo fatto sotto la costa africana, dove abbiamo giocato sui salti di vento, cercando di tirare fuori il meglio di quello che avevamo a disposizione. Non provo nemmeno a dire quando usciremo da questa situazione, perché il fronte si muove a 10/15 nodi e quando ti ci avvicini ti fermi. Avremmo potuto passarlo negli ultimi tre giorni, ma forse ce ne vorranno ancora due. E’ frustrante, ma è una situazione in cui mi sono ritrovato anche altre volte e so come funziona. La cosa peggiore è che navighiamo in una zona di temporali che rende tutto più complesso e anche poco piacevole. E poi siamo in ritardo, sappiamo che ci vorrà più tempo per arrivare a destinazione. Il morale dei ragazzi è buono, è dura ma non è il peggio che abbiamo avuto, almeno non c’è troppo vento, spiacevole, ma né più né meno che una bella giornata nella Manica…”
Durante la scorsa notte, i francesi di Groupama 4, hanno riguadagnato dello spazio a settentrione, alternandosi con gli ispano/neozelandesi di CAMPER e gli americani di PUMA, ma solo per un breve tratto, prima di decidere di far rotta ancora a sud nel tentativo di entrare prima nel nuovo vento che sembra voler sfuggire di continuo, come testimoniato dallo skipper di CAMPER Chris Nicholson: “Siamo entrati in un vento da nord di una ventina di nodi per cinque minuti, abbiamo sperato che fosse quello giusto tenendo le dita incrociate. Ma alla fine non è stato così. Eravamo molto, molto vicini.” Dopo aver conquistato ieri e difeso la terza posizione alle spalle di Abu Dhabi, Mike Sanderson e i suoi su Team Sanya sono totalmente concentrati e sembrano essere felici della sfida. “Ci sono delle scelte potenzialmente vincenti da fare” ha detto lo skipper neozelandese, pur tuttavia, decidendo di rimanere sulla rotta mediana scelta, aspettando il momento giusto per attaccare.
PUMA Ocean Racing powered by BERG, quarto, ha guadagnato una manciata di miglia secondo l’ultimo rilevamento ma, come ha spiegato lo skipper Ken Read, le posizioni sono secondarie rispetto al fatto di riuscire a raggiungere per primi i venti da nord: “Essenzialmente ci troviamo di fronte a una nuova linea di partenza, con la flotta distribuita su una linea di oltre 130 miglia da nord a sud, e a un certo punto qualcuno potrà dire “vai!” e decollare. E’ un po’ una lotteria.”
Quando si entra nella sesta giornata di regata, al rilevamento delle ore 13 GMT (le 14 ora italiana) i leader di Team Telefonica hanno lievemente aumentato il margine e precedono Abu Dhabi di 27,7 miglia e Team Sanya di 41. PUMA e CAMPER with Emirates Team New Zealand, ancora in in quarta e quinta posizione, sono a 67,6 e 74,9 miglia, mentre Groupama 4, registra un distacco di 129 miglia. La barca più veloce è proprio quella francese, che naviga a oltre 15 nodi in poco più di 16 nodi di vento.