La crisi, quella vera, è alle spalle. «I mesi peggiori per la nautica, quelli di stallo, sono stati tra novembre e febbraio. Ora c’è una ripresa che va assecondata coniugando design e qualità». Paolo Vitelli, presidente di Azimut-Benetti, è convinto che l’attuale momento di difficoltà farà bene al mercato. Lo sfoltirà, «avvantaggiando innanzitutto i consumatori».
Il manager ha la grinta giusta, quella di chi in questi giorni ultimi ha avuto molto da festeggiare: prima i risultati di una ricerca indipendente (condotta da Sinaptica) che mette Azimut al top di una classifica sulla tenuta del “valore nel tempo” dei marchi. Poi i quarant’anni di Azimut-Benetti, festeggiati ieri con uno Yachting Gala alla Marina di Varazze. Nella tavola rotonda che ha fatto seguito alle prove in mare degli yacht del gruppo, sono stati toccati molti temi caldi, a partire dalle difficoltà del mondo della nautica. Vitelli non si è sottratto, rilanciando anzi alcune idee che – a suo dire – possono riassestare un settore in qualche modo sbilanciato. «Fino a un anno fa il mercato andava da solo, era il trend positivo a trainarlo. Si trattava di un buyer market, con i consumatori che correvano da noi. Ora siamo passati a un seller market, in cui sono i competitor a doversi muovere, trovare strategie. In questo mondo saranno premiati i più bravi. Il mercato che ci aspetta non perdonerà più chi “risparmia” sulla qualità».
Le prime mosse di Azimut-Benetti vanno tutte nella stessa direzione, verso il mercato: così è per gli otto nuovi modelli presentati in questo 2009, così è per l’accordo strategico siglato con Société Générale per la creazione di pacchetti di finanziamento destinati agli armatori. «certo finanziamenti sono andati di moda in un periodo in cui il mercato andava a gonfie vele. Non credo ce ne fosse bisogno. Ora che servono bisogna incentivarli. La difficoltà di accesso al credito in questi ultimi tempi è una delle principali cause del rallentamento del settore nautico, e ora sta ad aziende-guida come la nostra risollevare il comparto e indicare la strada». Ma gli aiuti che lo Stato garantisce per fronteggiare la crisi, soprattutto dal punto di vista dell’occupazione, sono sufficienti per un settore oggi ancora in grande difficoltà? Lo Stato fa, come noi, la sua parte. Allo stato attuale non possiamo garantire nulla. Certo stiamo facendo di tutto per evitare una riduzione definitiva della forza-lavoro. Per il momento ci siamo limitati a riduzioni temporanee».
Per ora, Vitelli assicura che si è razionalizzato tutto quel che si poteva razionalizzare, senza intaccare però il prestigio del gruppo. E a chi parla di ingresso in Borsa, Azimut-Benetti non chiude del tutto la la porta, pur confermando le proprie idee a riguardo: «Non abbiamo mai usato la Borsa come strumento né come fine. è una particolarità delle aziende italiane di famiglia. Ma se un giorno dovremo usare la Borsa come strumento lo faremo, con la giusta misura. Potremo permettere a nuovi soci di entrare o crescere, soprattutto dinnanzi alla necessità di acquisizione di nuovi capitali. In questo momento preferiamo andare avanti così. E finora, vista la longevità e la reputazione del gruppo, direi che le nostre strategie sono state quelle giuste».