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C’è consapevolezza che la crisi è dura!

78 imprese su 100 non credono nella ripresa del comparto nautico. E’ quanto emerge dalla ricerca condotta dalla ISPO di Renato Mannheimer che ha indagato il settore per capire l’incidenza della tassa di stazionamento, introdotta dal Governo Monti e attiva da maggio 2012, che sta portando al pessimismo le aziende che operano nel Mare. La ricerca, commissionata da Unioncamere Lazio e dall’Unione delle Camere di Commercio di Caserta, Latina, Napoli, Roma, Salerno e Viterbo, è stata presentata stamattina al Big Blu ed evidenzia come la maggioranza  delle aziende del settore (54%)  riconosca l’utilità della manovra nel ridurre la spesa pubblica e come poco meno della metà (45%) resti tuttavia di avviso contrario e auspichi un passo indietro del Governo affinchè ritiri del tutto il decreto (lo pensa il 51%).

Quando si parla di crisi, infatti, le aziende del settore pensano che molte attività non sopravviveranno a questi tempi (76%) mentre solo il 15% è convinto che l’economia del Mare ne uscirà rafforzata. Tutto questo pessimismo deriva dalla nefaste previsioni sull’incidenza della tassa di stazionamento che per il 58% degli intervistati provocherà dei danni all’economia del Mare mentre solo il 34% vede in questa gabella degli effetti sì negativi per il settore ma che contribuiranno al risanamento delle casse dello Stato. La tassa, indipendentemente se considerata giusta o ingiusta, porterà secondo le imprese del settore (76%) alla fuga dei diportisti italiani e stranieri verso le coste croate o francesi e in generale ad un calo del diportismo con conseguenze negative sulle attività industriali, commerciali e turistiche correlate (83%).

Non solo critiche ma anche suggerimenti emergono dalle interviste realizzate per la ricerca. L’80% degli intervistati auspica una riduzione del peso delle aliquote in base all’anzianità della barca e il 67% vorrebbe la sostituzione della tassa di stazionamento con una sulla proprietà mentre il 29% chiede invece di escludere totalmente le società di charter dal nuovo regime fiscale. “Per un Paese come l’Italia, posizionato al centro del Mediterraneo e che ha 7.468 Km di coste, l’economia del mare rappresenta una inestimabile risorsa economica. Introdurre una tassazione per il mero utilizzo del posto barca significa colpire il lavoro di tutte le imprese dei vari comparti  – ha commentato Giancarlo Cremonesi Presidente Unioncamenre Lazio, che conclude – il danno stimato per l’economia del mare, a regime, è enorme:  intorno ai 2 miliardi di euro a livello nazionale, con un calo occupazionale del 20% e un crollo degli investimenti del 50%”.

“In un momento così difficile per le imprese, il sistema camerale ha il dovere di individuare gli strumenti più efficaci e di mettere in campo le azioni più incisive per sostenerle e per evitare loro un crollo che rappresenterebbe il fallimento dell’intero sistema Paese” ha dichiarato in conclusione Vincenzo Zottola Presidente Camera di Commercio di Latina e Vicepresidente Unioncamere Lazio con delega all’economia del mare.

 

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