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Concessioni demaniali per i porti turistici: la Corte dice ok

SI TRATTA DI UNA GRANDE VITTORIA PER UCINA CONFINDUSTRIA NAUTICA, ASSOMARINAS, FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA E LE ASSOCIATE ASSONAT (PROMOMAR E MARINA PUNTA ALA), COSTITUITE IN GIUDIZIO: GLI AUMENTI DEI CANONI DEMANIALI NON POSSONO ESSERE INDIFFERENZIATI E NON POSSONO ESSERE AUTOMATICAMENTE APPLICATI ALLE OPERE REALIZZATE A CURA E A SPESE DEL CONCESSIONARIO, EQUIPARANDOLE A QUELLE GIÀ DI PROPRIETÀ DELLO STATO. LA BATTAGLIA LEGALE CONTINUA ORA AL CONSIGLIO DI STATOChiamata a giudicare la legge che ha modificato unilateralmente e retroattivamente le concessioni-contratto dei porti turistici, la Corte Costituzionale ha fornito una interpretazione della norma in linea con le richieste di UCINA CONFINDUSTRIA NAUTICA, ASSOMARINAS, FEDERTURISMO CONFINDUSTRIA E LE MARINE ASSOCIATE ASSONAT (PROMOMAR E MARINA PUNTA ALA).

I criteri di calcolo dei canoni basati su valori immobiliari di mercato possono riferirsi solo alle opere che già appartenevano allo Stato (e quindi che già possedevano la qualità di beni demaniali) al momento del rilascio della concessione. Per le opere ancora da realizzare o realizzate a cura del concessionario, il calcolo dei nuovi valori immobiliari può avvenire solo al termine della concessione e non già nel corso della medesima.

La Corte ci ha dato un’interpretazione costituzionalmente corretta della disposizione di legge che impone ai giudici amministrativi di considerare la natura e le caratteristiche dei beni oggetto della concessione, evitando l’applicazione generalizzata degli aumenti dei canoni legati ai valori immobiliari. I porti turistici interessati potranno far valere questo principio nei giudizi di fronte ai TAR e al Consiglio di stato, finalizzati alla corretta ridefinizione dei canoni” commenta soddisfatta Carla Demaria, presidente UCINA Confindustria Nautica, a nome delle Associazioni di categoria che hanno sostenuto la costituzione in giudizio di fronte alla Suprema Corte. 

Commento di SailBiz: l’assurdità del nostro Paese è che le Istituzioni chiamate a tutelare l’economia in questo momento storico abbiano il tempo da dedicare ad un’iniziativa che doveva partire sin da subito senza vizi di forma. Abbiamo 8000 km di coste che devono essere valorizzate nel rispetto ambientale. Su questo aspetto le Itituzioni devono dedicare del tempo, non sul valore della concessione da estorcere ai gestori dei Marina.

 

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