Il prossimo ostacolo che attende gli equipaggi, infatti, sarà la zona dei Doldrum, le calme equatoriali, che si prevede la flotta possa raggiungere fra due giorni. E, per rispettare la zona di esclusione dalla navigazione, la East African Exclusion Zone, creata dagli organizzatori per tenere lontane le barche dalla minaccia della pirateria, la flotta dovrà passare l’area di calma al limite orientale. Le cinque barche dovranno poi fare rotta verso un “porto sicuro” dell’oceano indiano che non è stato reso noto, per essere caricate su una nave e trasportate in un posto della costa di Sharjah da dove riprenderanno la regata, con una prova sprint fino ad Dhabi.
Team Telefónica, PUMA Mar Mostro, CAMPER e Abu Dhabi Ocean Racing continuano la loro rincorsa ai leader francesi e, sebbene abbiano un vento grossomodo della stessa intensità, il loro angolo è molto meno favorevole e le condizioni a bordo più difficili. “Il nostro vecchio amico “vento in faccia” è tornato a trovarci” ha scritto Hamish Hooper, Media Crew Member di CAMPER “dopo giorni di movimento morbido e relativamente facile, adesso sottocoperta ci sono di nuovo delle condizioni da rodeo!”
Dal canto suo, Ken Read skipper di PUMA si complimenta con il suo avversario francese, pur dicendosi contento della propria condotta di gara: “Devo dar credito ai francesi, hanno preso in mano il gioco. Anche noi avevamo preso in considerazione quell’opzione e anche quella che ha scelto Sanya, abbiamo valutato tutte le possibilità e poi ci siamo tenuti in mezzo. Bravo Groupama, hanno tenuto duro e sembra che abbiano avuto ragione, almeno per ora. La nostra posizione, quando siamo finalmente riusciti a passare è quella che volevamo, più al vento, e abbiamo lavorato per mantenerla, e persino per alzarci di più. La barca va davvero bene, siamo contenti delle prestazioni nel nostro gruppetto con Telefónica e CAMPER. Ma poi tutto cambia in fretta…”
Intanto Team Sanya, il primo team cinese nella storia a prendere parte alla Volvo Ocean Race, è arrivata in un porto della zona sudorientale del Madagascar, dove lo shore team e degli esperti di alberi per effettuare la riparazione della sartia rotta ieri, lunedì. Il team alle 9 ha comunicato di aver sospeso la navigazione, non ritirandosi dalla tappa, e che il loro obiettivo è riparare, completare la prima parte della tappa 2 e poi ricongiungersi alla flotta dopo la prima parte della tappa 3, che si concluderà proprio nel porto di Sanya, in Cina. Lo skipper Mike Sanderson ha descritto la situazione del team come “giù ma non ancora fuori dai giochi” e ha confermato che equipaggio e shore team stanno lavorando alacremente per fare in modo che la barca torni il prima possibile in regata. Secondo il regolamento, infatti, a Team Sanya verranno comunque assegnati punti per la seconda parte della tappa, per la In-Port di Abu Dhabi e per la prima parte della terza tappa, a condizione che raggiunga il porto sicuro con i propri mezzi.
Al rilevamento quotidiano delle ore 14, i francesi di Groupama 4 hanno un vantaggio di poco meno di 25 miglia sugli spagnoli di Team Telefonica all’altro estremo della flotta, e mantengono la velocità più alta, con 20.8 nodi con 20.1 nodi d’aria. Terzi sono gli statunitensi di PUMA, a 37,3 miglia, seguiti molto vicino da CAMPER a 38.6 dai leader, mentre Abu Dhabi ha un gap di 135,1 miglia e fa ancora registrare la velocità più bassa con 16,1.