Un’avventura, una sfida, un sogno: tutto questo è la regata
La Global Solo Challene (GSC), un giro del mondo in solitaria, senza scali, passando per i tre grandi capi, con partenza e arrivo a A Coruña, Spagna, a partire dal 26 agosto 2023. Non tutti la conosco semplicemente perché questa sarà la prima edizione; la prima edizione di un evento tutto particolare. Infatti si tratta della prima circumnavigazione per i tre grandi capi aperta a una vasta gamma di imbarcazioni. L’unico requisito è che ciascuna barca rispetti le norme di sicurezza imposte dall’organizzazione, essenziali per affrontare le severe condizioni dell’oceano australe.
Sulla linea di partenza ci saranno imbarcazioni che variano da uno Sparkman & Stephens 34 fino a un IMOCA 60. Ad oggi, 25 navigatori coraggiosi sono confermati per la partenza della GSC, tra i quali spicca la presenza degli italiani Riccardo Tosetto e Alessandro Tosetti.
Per garantire equità, le partenze verranno scaglionate nell’arco di circa tre mesi, quindi alcune barche salperanno alla fine di agosto e altre a dicembre, a seconda delle loro prestazioni. Chi taglierà per primo il traguardo? Questa è la domanda che ci terrà tutti con il fiato sospeso dall’inizio alla fine!
Ci sono molti velisti e appassionati di navigazione d’altura che sognano di fare un giorno il giro del mondo in barca a vela in solitaria senza scali. A partire da questa estate, molti di questi audaci sognatori lasceranno gli ormeggi dai pontili di Marina Coruña per circumnavigare il globo partecipando alla Global Solo Challenge.
L’evento ha la città galiziana di A Coruña, in Spagna, come porto di partenza e arrivo, e vedrà i partecipanti in una navigazione di oltre 26.000 miglia nautiche per circumnavigare il globo in solitaria verso est passando per i tre grandi capi. Per comprendere tutte le caratteristiche distintive della prima edizione di questo evento, abbiamo pensato di farcelo raccontare dal creatore stesso, il navigatore oceanico italiano Marco Nannini.
Cos’è la Global Solo Challenge?
La Global Solo Challenge 2023-2024, che parte da A Coruña, è la prima edizione di questa circumnavigazione in solitaria e senza scali. Il suo formato si differenzia da qualsiasi altra circumnavigazione esistente poiché consente ai partecipanti di competere con una vasta gamma di barche e budget molto diversi, mirando ad essere il più inclusiva possibile. Si può partecipare con qualsiasi barca, non ci sono limiti massimi di lunghezza, l’unico requisito è che le barche rispettino i rigorosi requisiti di sicurezza. Detto questo, per consentire a barche con diverso potenziale di prestazione di partecipare allo stesso evento, offrendo a tutti la possibilità di vincere, abbiamo deciso di adottare un sistema di partenze scaglionate nello stile di un inseguimento. Le barche più lente partono per prime da A Coruña, e quelle più veloci partono più tardi, stabilendo il giorno di partenza in base al design e al potenziale di velocità di ciascuna imbarcazione.
Quanto tempo ci vorrà per completare la circumnavigazione?
La prima barca a partire alla fine dell’estate impiegherà circa 200 giorni per completare il percorso, mentre il tempo si ridurrà a circa 100 giorni per la barca più veloce, che non partirà fino alla fine dell’autunno. L’esperienza e l’abilità di ogni concorrente saranno fondamentali per immaginare di completare la circumnavigazione in un tempo prossimo a quello potenziale della loro barca.
Quali sono le attrattive di questa sfida?
La principale motivazione di molti degli skipper partecipanti è senza dubbio il desiderio di realizzare un sogno di una vita. La navigazione d’altura in solitaria è un’esperienza unica. Una circumnavigazione in solitaria rappresenta una grande sfida e un incredibile traguardo per chi la completa. Il formato di questo evento rende questo sogno una possibilità tangibile, poiché il budget necessario può variare notevolmente a seconda del tipo di barca scelta.
Qual è la posizione della Global Solo Challenge sulle questioni ambientali?
L’inquinamento e i problemi di sostenibilità ambientale sono questioni molto complesse. Tuttavia, gli effetti del consumo umano di risorse naturali, l’aumento dell’uso di energia per i processi industriali, e l’inquinamento derivante dalla produzione di energia, così come i rifiuti prodotti dall’uomo destinati alle discariche, sono evidenti a tutti. Si crede erroneamente che la vela sia uno sport molto “verde” e rispettoso dell’ambiente. L’immagine dei mari blu e delle barche spinte dalla sola forza del vento è molto attraente, ma nasconde la dura realtà di pratiche molto insostenibili che colpiscono la maggior parte dell’industria nautica in termini di mancanza di pianificazione per la fine del ciclo di vita delle barche.
La costruzione di una barca genera molto inquinamento, e poi è praticamente impossibile riciclarla, nemmeno parzialmente. L’industria sta appena cominciando a prendere consapevolezza di questi problemi, e alcuni progetti pilota stanno cercando di cambiare il corso verso un’economia più circolare, ma c’è ancora molta strada da fare. Un cambiamento significativo nei processi produttivi e nella capacità di riciclaggio alla fine della vita delle barche potrebbe essere ancora lontano.
Pertanto, al momento, il modo migliore per limitare il nostro impatto negativo sul pianeta è prolungare la durata della vita delle barche esistenti invece di utilizzare risorse naturali per costruire nuove imbarcazioni. Questo è ancora più evidente nel mondo delle regate, dove la necessità di essere i più veloci richiede un’innovazione tecnologica continua e la costruzione di nuove barche per ogni evento, soprattutto nelle regate più importanti, dove le barche tendono ad avere un ciclo di vita molto breve al punto che alcune vengono costruite per competere in un singolo evento.
La GSC, con il suo formato unico, non incoraggia la costruzione di una barca per l’evento; avrebbe molto poco senso, infatti, nessuna barca iscritta a questa edizione è stata costruita specificamente per partecipare a questo evento. Molti skipper si sono semplicemente iscritti con la barca che già possedevano, mentre altri hanno dato una seconda vita a una barca, “salvandola”, rinnovandola, e impedendo che rimanesse abbandonata. Rinnovare una barca esistente per partecipare all’evento è sicuramente la scelta più rispettosa dell’ambiente che un concorrente può fare, e siamo lieti che il formato abbia raggiunto questo obiettivo.
Cosa vorresti dire ai partecipanti? E a coloro che sognano di partecipare?
Prima di tutto, pensare alla sicurezza. Arrivare alla linea di partenza è già una grande sfida, completare una circumnavigazione in solitaria è un risultato incredibile, lo hanno fatto meno persone rispetto a quanti astronauti siano stati sulla Stazione Spaziale Internazionale. Sembra incredibile, ma è vero. Meno di 200 uomini e donne hanno realizzato quest’impresa. A coloro che sognano di partecipare, direi che ogni viaggio comincia percorrendo il primo miglio, e spesso andare oltre l’orizzonte è solo una questione di determinazione e passione. Trasformare i nostri sogni in realtà è una delle esperienze più gratificanti della vita e, forse, in parte, un aspetto importante della nostra spesso complessa esistenza sulla terra.