Nelle ultime settimane sono apparse le prime immagini, tra l’altro molto belle, del team svedese SCA, che si è iscritto alla prossima edizione della Volvo Ocean Race (2014/2015). Un progetto che, a prima vista, sembra fortemente innovativo, per la presenza di un equipaggio interamente costituito dalle migliori veliste al mondo, per una grafica color fucsia che fa pensare direttamente ad un universo femminile e questo concept grafico trova sostanza, tra l’altro, nella presenza di uno sponsor (il gruppo SCA), che all’interno del suo portafoglio, presenta una serie di brand/prodotti destinati esclusivamente all’universo della donna. Una donna sportiva, quindi, tenace, che non ha timore di sfidare l’universo dell’uomo, anzi lo fa in uno sport, la vela, dove, spesso, le caratteristiche di forza fisica (soprattutto in alcuni ruoli tecnici come il “grinder”) possono fare la differenza (a favore chiaramente dei velisti-maschi). Insomma una idea marketing favolosa, che arriva dall’estero (dalla Scandinavia), una piattaforma di marketing che può modificare il modo di comunicare con le donne, attive nella vita come nello sport. Il tutto in una competizione no-limitis come la VOR. (di Marcel Vulpis)
Peccato, però, che questa stessa idea, questa stessa piattaforma di marketing e comunicazione, per non parlare di tanti altri aspetti, a partire dalla grafica e design, per proseguire sul fronte della ricerca delle migliori veliste siano state ideate, progettate e tutelate a livello di copyright da un gruppo di marketing manager e giornalisti economico-sportivi (tra cui il sottoscritto – tra i padri fondatori del progetto) nel lontano 2007, con l’idea del team di America’s Cup conosciuto come “Fuxia Challenge” (presentato ufficialmente a Madrid con una conferenza stampa internazionale e a Rijeka alla presenza del sindaco e del console italiano e pubblicato in un libro “Benchmarketing: 10 idee creative di sport-business).
Anche se la grafica può apparire, ad un occhio poco tecnico, dissimile, la direzione creativa è palesemente simile addirittura nella interpretazione grafica. Per non parlare del concetto marketing e di piattaforma comunicazione in generale. Su questo progetto e sulla clamorosa somiglianza, in tutto e per tutto, del progetto svedese, torneremo a puntate, nei prossimi giorni, su Sporteconomy e ne daremo notizia sui principali mezzi di settore ed extra-settore, perché, nonostante un primo contatto legale attraverso lo studio MN di Roma, nella persona dell’avvocato Alessio Nobile, esperto in tutela giuridica di marchi e brevetti, le risposte fornite dalla controparte svedese non sono state dal nostro punto di vista esaustive e quindi chiaramente sta per iniziare una lunga controversia mediatico-legale, che partirà dall’Italia, per proseguire in Svezia e in tutti i porti dove sarà presente il team SCA durante la VOR 2014/15.
Come ideatori della grafica (che fu lanciata dal designer internazionale Luigi Focanti – oggi lavora con Nike e con marchi sportivi come la Juventus FC) e del progetto (nel caso del sottoscritto) ci difenderemo in tutte le sedi possibili sotto il profilo legale e della comunicazione.
Resta l’amaro per non aver trovato all’epoca in Italia un imprenditore tricolore di valore, che come il gruppo SCA, abbia alla fine deciso di investire in una idea e in un progetto unico al mondo, dove, ancora una volta (e la riproposizione degli svedesi lo dimostra, ad anni di distanza) abbiamo dimostrato che gli italiani non sono inferiori a nessuno, anzi. Purtroppo viviamo in un Paese dove le idee, anche quelle tendenzialmente geniali e innovative, non vengono finanziate. Oggi avremmo potuto essere noi al posto degli svedesi e tutti avrebbero applaudito, ma dovevamo nascere fuori dall’Italia. Questa è l’amara realtà, di un mercato dello sport-business, dove esistono ancora direttori marketing e sponsorizzazioni che vivono di media value a fine stagione di esposizioni dei marchi sulla cartellonistica adv negli impianti. Quando, permettetemi, il marketing è un’altra cosa: è Fuxia Challenge, per esempio.
Detto questo proprio perchè orgogliosi a priori di essere italiani e della nostra creatività, unica nel mondo, iniziamo una controversia legale con il team svedese, perchè è giusto che questa storia emerga e ciascuno si faccia la sua opinione, a partire dai giudici.