Il Senato ha convertito in legge il Decreto “Infrazioni” (DL 16 settembre 2024, n. 131), apportando modifiche significative al regime delle concessioni demaniali marittime. Tra i principali interventi, il decreto esclude le concessioni per strutture dedicate alla nautica da diporto (come punti d’ormeggio) dall’ambito di applicazione della Legge 118/2022, che precedentemente le equiparava alle concessioni balneari. Queste concessioni, regolate da procedure di evidenza pubblica secondo il DPR n. 509/1997, sono ora considerate specifiche e non assimilabili alle concessioni di servizi previste dalla Direttiva Bolkestein.
Le concessioni nautiche rilasciate per noleggio e locazione rimangono sotto la normativa della Legge 118/2022 e la loro durata è prorogata fino al 30 settembre 2027. Per i concessionari uscenti, è previsto un indennizzo per gli investimenti non ammortizzati e una remunerazione sugli investimenti recenti, in caso di subentro di un nuovo concessionario.
Confindustria Nautica ha espresso soddisfazione per il risultato, sottolineando il ruolo cruciale del dialogo istituzionale con il governo e l’impatto positivo del provvedimento sulla portualità turistica, un settore vitale per l’economia e l’infrastruttura nautica nazionale.
Commento sull’impatto economico del provvedimento
La conversione in legge del Decreto “Infrazioni” rappresenta un passaggio strategico per il settore della nautica da diporto, che svolge un ruolo chiave nell’economia turistica e infrastrutturale italiana. L’esclusione delle concessioni nautiche dalle restrizioni previste per le concessioni balneari riduce l’incertezza normativa, incentivando gli investimenti in un comparto caratterizzato da alta intensità di capitale.
Questo cambiamento normativo rafforza la competitività del settore nautico italiano, che rappresenta un pilastro del turismo di qualità e un asset fondamentale per l’attrazione di capitali internazionali. La proroga delle concessioni fino al 2027 consente agli operatori di pianificare a medio termine, preservando i flussi economici generati dai porti turistici, stimati in miliardi di euro annui, e sostenendo l’occupazione diretta e indiretta.
L’introduzione di un indennizzo per i concessionari uscenti incentiva la continuità degli investimenti infrastrutturali, garantendo al contempo un’equa transizione in caso di subentro. Questo approccio può fungere da modello per altre nazioni UE, bilanciando la tutela della concorrenza con la necessità di preservare la redditività di settori altamente specializzati. L’impatto complessivo sarà dunque positivo, rafforzando la posizione dell’Italia come leader mondiale nella nautica da diporto.