Economia

La crisi della nautica sotto la lente della CNA

La nautica sotto la lente d`ingrandimento. Crisi, situazione, vie di uscita, proposte per riemergere. Il punto del settore trainante dell`economia della città lo abbiamo fatto con Andrea Giannecchini referente nazionale del Cna per la nautica. La crisi mondiale della finanza e le ripercussioni sul settore della nautica i temi che più gli stanno a cuore. “Purtroppo – esordisce Andrea Giannecchini – i grossi finanzieri americani e inglesi, che oggi subiscono il tracollo del sistema e lamentano una mancanza di liquidità, sono i nostri principali clienti. Ovviamente, se non hanno liquidi, non possono comprare le barche di lusso e gli yacht, che sono il fiore all`occhiello dell`industria nautica viareggina. E` questo il principale motivo, per cui la nautica della Versilia è attualmente una nicchia di mercato in sofferenza, anche se si intravedono degli spiragli di ripresa, per l`aumento del pil negli Stati Uniti stimato nel prossimo anno intorno al 3 per cento e per la perdita di valore dell`euro rispetto al dollaro.

Di Francesco Fenudi

Nuovo Corriere di Lucca – Per ora, però, rimangono molti fattori negativi, specialmente sul versante del credito”. E` questo dunque il quadro in  premessa che tratteggia il referente nazionale della nautica, che aggiunge: “le nuove norme bancarie, introdotte a partire dal i gennaio 2009, hanno reso la situazione ncora più difficile.
Oggi il criterio di valutazione della domanda di credito da parte della Banca si basa sul valore patrimoniale delle aziende, che, in generale, è piuttosto debole nelle aziende artigianali. Da qui la stretta creditizia, che penalizzala già scarsa propensione agli investimenti delle nostre aziende”.
Come possiamo venire uori da questa situazione? “Ce lo siamo domandati tutti insieme – risponde – , in un Convegno, che si è tenuto il 16 di giugno presso la Camera i Commercio per iniziativa della Associazione “Rete imprese”, alla quale hanno aderito oltre al Cna, Confesercenti, Confcommercio
e Confartigianato. La nostra proposta, che è stata lanciata  dal presidente del Cna, Ugo Da Prato, si chiama “Patto di filiera.” In parole povere, il patto di filiera onsiste in un accordo per il quale le aziende committenti, fornitrici e sub-fornitrici di uno stesso comparto fanno squadra per reagire alla crisi on la collaborazione delle Associazioni imprenditoriali, degli Istituti di credito e dei Consorzi fidi.

Con questo accordo le banche mettono a disposizione delle imprese un plafond di risorse finanziarie,in modo tale da realizzare una iniezione di liquidità significativa ella filiera, garantendo anticipi di pagamento su ordini e commesse,il pagamento anticipato di fatture e finanziamenti a condizioni favorevoli per gevolare gli investimenti. Quindi il Patto di filiera interviene su due criticità, che in questi mesi stavano aggravando la crisi: la mancanza di E la na? Quale è la sua politica per uscire dalla crisi della nautica? “Il punto fondamentale su cui si basa la nostra azione è  l`associazionismo.

A nostro giudizio dice Giannecchini – un`idea vincente, come è stato ampiamente dimostrato con la costituzione del Consorzio Polo nautico di Viareggio. Come ricorderete, questa operazione è servita a rilanciare una decina di aziende, che avrebbero dovuto chiudere i battenti, se invece di
noi, per rilevare la SEC, osse intervenuta la grande industria. Naturalmente l`associazionismo non è l`unico obiettivo della Cna. In un settore avanzato come la nautica, infatti, riveste un`importanza preponderante la ricerca, che è orientata verso la qualità e l`innovazione. Anche in questo
caso abbiamo fatto squadra  siamo riusciti a creare una società, la “Navigo”, che è un Centro servizi sulla falsariga del Lucense e serve a favorire lo
sviluppo tecnologico delle ziende e la formazione del personale. Per quanto riguarda le aziende via reggine, noi cerchiamo anche di valorizzare  sempre più e sempre meglio quell`immagine di Centro mondiale per il refitting, che significa ristrutturazione, riparazione e assistenza e rappresenta la rincipale caratteristica e l punto di forza della cantieristica viareggina. Almeno a livello di piccole e medie imprese”.

NUOVO CORRIERE DI LUCCA – 16 luglio 2010

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