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Le donne skipper crescono

Aumentano le donne skipper nella nautica da diporto: l’Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo, come ormai da tradizione, ha partecipato anche nel 2009 alla regata della Barcolana svoltasi a Trieste la scorsa domenica. Intenzione dell’Istituto era marcare l’importanza della conoscenza della sicurezza in mare che è, secondo l’Istituto, strettamente dipendente dalla corretta navigazione da diporto. All’interno della manifestazione l’IPSEMA ha promosso il convegno “La nautica da diporto, lo sviluppo della tutela del lavoro e delle garanzie sociali”.

La categoria del diporto, compreso il diporto a noleggio iscritto nel Registro internazionale, incide sul totale delle navi assicurate con l’Istituto per circa il 19 per cento, essa è cresciuta sensibilmente negli anni facendo registrare un incremento costante. Negli ultimi sette anni, dal 2002 ad oggi, nel portafoglio IPSEMA si è registrato un incremento del 90 per cento di navi assicurate.

Allo stesso positivo andamento del numero delle navi assicurate corrisponde anche un altrettanto significativo aumento dei posti di lavoro assicurati. Nello stesso arco di tempo, gli ultimi sei anni,  l’incremento complessivo dei marittimi assicurati nella categoria naviglio da diporto è stato di ben il 65 per cento. Ciò nonostante il diporto rappresenta una quota di portafoglio complessivo nettamente inferiore rispetto a quella costituita dalle unità assicurate, a causa delle dimensioni molto ridotte degli equipaggi.

Con l’IPSEMA risultano assicurate per l’anno passato circa 1.250 imbarcazioni destinate alla nautica da diporto che hanno impiegato circa 2.200 lavoratori. Per ciò che riguarda gli incidenti sul lavoro, il rapporto tra il numero complessivo di infortuni avvenuti negli ultimi 5 anni ed i corrispondenti posti di lavoro si traduce in un indice pari a 1,3 per cento, ossia 1,3 infortuni ogni 100 posti di lavoro assicurati. A fronte di una media negli altri settori marittimi pari a circa il 5 per cento.

La maggior parte degli eventi infortunistici, il 78 per cento, è avvenuta in porto a bordo delle imbarcazioni. Con una frequenza nei mesi estivi, tra giugno e settembre del 66 per cento dei casi; nel 26 per cento l’infortunio è accaduto nei servizi di coperta, nel 16 per cento nelle operazioni di ormeggio, disormeggio e rimorchio. Nel 30 per cento dei casi il marittimo ha subito danni in seguito ad una caduta dall’alto, infortunandosi nel 26 per cento gli arti inferiori. Particolarmente interessante il dato sulle donne che lavorano a bordo di navi da diporto. L’Istituto registra, infatti, un notevole incremento dell’occupazione femminile,

Anche se gli infortunati sono prevalentemente quarantenni di sesso maschile, la quota di infortunate è pari al 14 per cento e supera abbondantemente quella rilevata annualmente sul complesso delle categorie di naviglio, pari a circa il 3 per cento. Aumentano quindi le donne impiegate a bordo di navi da noleggio utilizzate per il diporto. Il ritratto della lavoratrice diportista che emerge dai dati dell’IPSEMA è quello di una donna giovane, sportiva forte fisicamente e caratterialmente, determinata, coraggiosa, intraprendente e tenace.

Gli elementi di conoscenza, per l’Istituto – che sta raccogliendo dati proprio nel mondo della nautica da diporto – convincono della necessità di proseguire nella sensibilizzazione verso il tema della sicurezza della navigazione. La nautica italiana la cui qualità è internazionalmente riconosciuta continua oggi ad essere una realtà in sviluppo e contribuisce in modo consistente alla crescita del nostro PIL, a fronte di questa crescita però non corrisponde un uguale aumento delle assicurazioni con l’IPSEMA, Ente presso il quale esiste l’obbligo di assicurare l’equipaggio imbarcato.

Proprio per monitorare il fenomeno del lavoro irregolare, l’Istituto ha firmato, nei mesi scorsi, un protocollo di intesa con la Guardia di Finanza per collaborare alla tutela delle forme di lavoro da possibili deviazioni per evasioni fiscali e contributive perpetrate da alcuni operatori del settore marittimo. A questo proposito la Guarda di Finanza intervenendo al convegno ha diffuso i dati sulle ispezioni. In due anni di controlli dal 2007 al 2009 sono state rilevate ben 365 infrazioni per lavoro irregolare ed evasione contributiva, per controlli effettuati su imbarcazioni da diporto in navigazione prevalentemente nei mari del sud Italia e così distribuite: 47 per cento nel compartimento di Napoli, 43 per cento in quello di Palermo. Dal convegno è emersa anche la consapevolezza che combattere eventuali sacche di evasione contributiva diventa ancora più importante in quanto il diporto commerciale risulta un’attività a crescita costante, considerando la crescente domanda di locazione, soprattutto estiva, delle imbarcazioni da diporto con equipaggio e la ristrettezza dei porti turistici italiani. 
 
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