A Dubai, come è ben noto, non ci sarà Azzurra, vincitrice a Nizza, ma non per questo mancherà Francesco Bruni, chiamato a sotituire Karol Jablonski alla ruota di Synergy. Un compito impegnativo per il talento palermitano: nelle acque della Gallura, infatti, il team russo ha ben figurato, raggiungendo una finale che solo alla vigilia della manifestazione rientrava nell’ambito del “…vorrei ma non posso”. A consigliare lo skipper italiano saranno il tattico Rod Dawson, lo stratega Hamish Pepper e Tom Burnham, già con Azzurra e Quantum Racing.
Assenze illustri per Artemis Racing, fresco sfidante della Coppa America, che in occasione dell’ultimo evento Louis Vuitton dovà fare a meno del timoniere Terry Hutchinson, impegnato a Miami con una delegazione del team nei primi test a bordo degli Extreme 40, e dello skipper Paul Cayard, atteso a Dubai attorno al 20 novembre. A sostituirli saranno Cameron Appleton e il tattico Iain Percy, reduce dall’infausta avventura con Team Origin. In orbita svedese gravitano anche il traveller Michele Ivaldi e l’ex di Luna Rossa Romolo Ranieri.
Pochi i cambi decisi da All4One che, oltre a Carlo Castellano, ha imbarcato Piero Romeo, già vincitore della Louis Vuitton Cup con Luna Rossa ed ex-membro di +39 Challenge. Ancora mistero, invece, attorno al team di BMW Oracle Racing, anche se al villaggio si sono visti James Spithill e John Kostecki, timoniere e tattico di USA, il trimarano vincitore dell’America’s Cup.
Con lo sfondo dei grattacieli di Dubai, i team saranno impegnati su un nuovo percorso che dovrebbe rendere le regate ancora più ravvicinate e combattute. Ad alzare il livello della competizione sarà anche il fatto che il Louis Vuitton Trophy Dubai rappresenta l’ultimo grande evento con queste barche che hanno fatto la storia della Coppa America negli ultimi 20 anni. I gloriosi ACC (America’s Cup Class) sono stati utilizzati in 5 edizioni della Coppa, ed altrettante Louis Vuitton Cup (dal 1992 al 2007). Qui a Dubai ne regateranno 4 (versione 5, i più nuovi: due forniti da Emirates Team New Zealand e due da BMW Oracle Racing). Per le regate di questi monoscafi lunghi 80 piedi (circa 24 metri) sono stati emessi 100 numeri velici in rappresentanza di 13 Paesi.
I match, da disputarsi su percorsi a bastone sulla distanza di due giri, cominceranno da una linea posta al centro del campo di regata, che servirà anche come cancello obbligatorio durante le risalite e le impoppate.
Con un primo lato di bolina più corto della metà rispetto al passato, le barche arriveranno senza dubbio molto vicine alla boa al vento. Un particolare che renderà le discese sotto gennaker estremamente avvincenti, anche perché il passaggio attraverso il cancello obbligherà gli equipaggi a riavvicinarsi, con tutta l’adrenalina che il quasi contatto sa regalare.
Prima di tuffarsi nell’azione, però, devono trascorrere ancora un paio di giorni. Domani alle 18.00, intanto, spazio alla conferenza stampa di presentazione, primo atto ufficiale dell’evento.
Saranno protagonisti Cameron Appleton (NZ) – che sostituirà quindi Cayard –, Dean Barker (NZ), Gavin Brady (NZ), Francesco Bruni (ITA), Jochen Schueman (GER) e James Spithill (USA).
I team in gara sono:
All4One/FRA-GER (skipper Jochen Schueman)
Artemis/SWE (skipper Cameron Appleton)
BMW ORACLE Racing TeamUSA (skipper James Spithill)
Emirates Team New Zealand/NZ (skipper Dean Barker)
Mascalzone Latino Audi Team/ITA (skipper Gavin Brady)
Synergy/RUS (skipper Francesco Bruni)