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Mare e superstizioni, per i marinai la scaramanzia non è mai troppa

Quella dei marinai è forse una delle categorie più superstiziose in assoluto: in tutto il mondo, infatti, vi sono abitudini e rituali collegati alla navigazione che tuttora persistono, un po’ per mera consuetudine, un po’ perché chi naviga ci crede davvero. Ma quali sono allora le superstizioni più diffuse di chi, per lavoro o per sport, solca regolarmente mari e oceani?

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L’importanza delle superstizioni nella cultura popolare

La scaramanzia non è mai troppa, lo sanno bene sportivi e artisti, ricchi e poveri, in qualsiasi parte del mondo: insomma, ogni professione e ceto sociale ha le sue superstizioni da portare avanti, che anche quando sono ritenute delle semplici consuetudini prive di fondamento scientifico nessuno vuole abbandonare. Legate molto spesso alla religione o a credenze ereditate dalle antiche civiltà, le superstizioni rappresentano ancora oggi un interessante elemento di cultura popolare, oggetto di studi e approfondimenti.

Noi italiani, peraltro, portiamo alta questa bandiera grazie alle tante usanze tramandate di generazione in generazione che incuriosiscono e divertono molto i viaggiatori in visita nel nostro Paese, tuttavia non siamo gli unici ad avere questo legame così forte con la superstizione. Anzi, a prescindere dalla localizzazione geografica, per alcune categorie la scaramanzia è alla base di tutto e vi sono regole specifiche su cosa si può fare e cosa no in un determinato ambiente o in situazioni particolari: lo sanno bene, per esempio, i giocatori di poker che durante le partite possono assumere comportamenti molto particolari, oppure i marinai, tra i più superstiziosi al mondo.

Il varo della nave

Grande o piccola che sia, ogni imbarcazione prima di solcare i mari deve superare una sorta di “battesimo”, quello che comunemente viene chiamato “varo”. Durante questo evento, in cui lo scafo della nave entra in acqua per la prima volta, è d’obbligo il lancio di una bottiglia di champagne a prua o sulla chiglia da parte del padrino o della madrina.

Nell’impatto con la barca, però, la bottiglia deve necessariamente rompersi al primo colpo: se ciò non avviene, si parla di un vero e proprio presagio di sventura che peserà per tutta la vita dell’imbarcazione.

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Il cambio di nome

Tra le superstizioni più diffuse in ambito marinaro, vi è poi quella legata al cambio di nome della barca, che non va mai effettuato a meno di seguire dei precisi rituali. Ciò sarebbe dovuto al fatto che l’imbarcazione ha un’anima e che gli dèi del mare identificano quest’ultima proprio dal nome: cambiarlo senza avvisare le divinità vorrebbe dire non rispettarle e dunque si andrebbe incontro alla loro ira.

Divinità o meno (esistono in realtà anche altre leggende in merito al nome delle barche), l’eventuale cambio può essere fatto seguendo alcune regole, come quelle di aspergere il contenuto di una bottiglia di vino rosso aperta da una vergine sulla prua, di collocare una moneta sotto l’albero maestro o ancora di disegnare una rotta in acqua per poi intersecarla sette volte sulla via del ritorno.

Un’eccezione particolare riguarda però i francesi, che ammettono il cambio di nome il 15 agosto: l’operazione deve però essere seguita da una veleggiata di bolina a zigzag.

No alle banane a bordo!

Ecco una superstizione poco conosciuta fuori dall’ambito marinaresco ma a cui coloro che navigano tengono tantissimo! Difficile conoscerne le origini e i motivi, fatto sta che portare banane a bordo di una nave è assolutamente vietato, anzi in alcune aree geografiche come le Hawaii si arriva a escludere anche i prodotti che contengono questo frutto.

Paura di ragni o altri insetti esotici? Timore di scivolare e farsi male? Forse non lo sapremo mai, ma nel dubbio meglio scegliere mele e altri frutti a piacere.

Vietato parlare di conigli

Se le banane non devono tassativamente salire sulle imbarcazioni, altrettanto rigido è l’obbligo di non nominare conigli quando si è a bordo. Diffusa soprattutto tra i marinai francesi, questa superstizione è legata al fatto che quando si trasportavano animali vivi spesso capitava che questi riuscissero a rosicchiare le gabbie in vimini, a liberarsi e a danneggiare scafo e corde, un problema non da poco che ha portato i marinai a “odiare” questi teneri roditori.

Mai partire di venerdì

Un vecchio detto recita “Di Venere e di Marte non si sposa e non si parte”, intendendo che nei giorni dedicati a queste due divinità, ossia martedì e venerdì, non bisogna mai sposarsi, partire per un viaggio e, più in generale, iniziare qualsiasi attività di particolare importanza, come potrebbero essere un progetto lavorativo o un investimento.

Questa superstizione è molto diffusa in diversi ambiti, incluso quello legato alla navigazione in mare, soprattutto per ciò che riguarda il fatto di salpare di venerdì. Il motivo potrebbe essere connesso al fatto che la religione cristiana considera il venerdì un giorno nefasto, poiché legato alla crocifissione di Gesù, mentre secondo una spiegazione più profana, di venerdì molti marinai erano ubriachi avendo speso la notte prima parte della paga ricevuta il giovedì, e dunque non in grado di tenere testa alla navigazione.

Qualunque siano i motivi e le origini, queste e altre superstizioni vengono ancora oggi prese in grande considerazione da vecchi e giovani lupi di mare, che non intendono rinunciare ai loro rituali prima di togliere l’ancora. D’altronde, perché sfidare la sorte e non seguire i consigli di una tradizione millenaria?

 

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