Il posto non è bello come una marina istriana o dalmata: d’altro canto qui a Monfalcone si viene a costruire le barche o a tenerle in rimessaggio, non a passare una vacanza a pescare dalla riva prendendo il sole.
BORA – Venerdì scorso sono stato a Monfalcone, all’inaugurazione del nuovo cantiere Seaway. C’erano l’attuale presidente della Regione Tondo e pure Riccardo Illy, invitato perché fu lui a sovrintendere all’accordo da cui nacque tutto quanto, nel 2007.
La struttura è veramente all’avanguardia, fiore all’occhiello della casa madre slovena. L’idea di fondare un cantiere nautico nasce nel 1990 come naturale sviluppo dello studio di progettazione J&J Design, fondato nel 1983. Le due J sono le iniziali dei fratelli Jernej e Japec Jakopin, che all’epoca dovevano essere due ragazzini, visto che oggi ad occhio e croce dimostrano una media di cinquant’anni (più giovane il primo del secondo, direi, ma posso sbagliarmi).
Di passi da gigante la Seaway ne ha fatti molti, partendo per di più dall’acqua dolce del lago di Bled. In vent’anni di lavoro ed investimenti, questi signori sono diventati la maggiore società di progettazione e costruzione di imbarcazioni da diporto della Slovenia, in continua forte espansione, tanto da essere i primi produttori mondiali di un particolare tipo di timoni.
Ebbene: hanno investito in Italia 25 milioni di Euro, in quest’area di circa 35.000 metri quadrati che oltre alle strutture dispone di banchine per ospitare oltre 35 grandi yachts (da 20 a 45 metri). Dai discorsi e dai dépliant che ci hanno consegnato, sembra che i fratelli Jakopin daranno lavoro a 120 persone, ma la cosa dipenderà dal successo dei loro prodotti. Per adesso fra impiegati e operai vi sono state circa 80 assunzioni.
Gli imprenditori sloveni raramente guardano verso l’Europa occidentale, tanto che oltre il 77% del totale degli investimenti esteri del piccolo paese subalpino si indirizza verso gli stati sorti dal crollo della Jugoslavia. L’Italia è un paese scarsamente attrattivo per i nostri vicini, veleggiando fra il decimo e il ventesimo posto nella relativa classifica.
Questo di Monfalcone è il maggiore investimento industriale sloveno nel nostro paese, e potrebbe segnare un vero punto fermo per l’economia cittadina. A Monfalcone - come ha rilevato Tondo nel suo discorso – stanno infatti procedendo i lavori di costruzione di un altro cantiere: questa volta saranno i francesi di Beneteau a portare soldi, idee e lavoro in loco.
La Cina può essere anche qui.
di Luigi Vianelli