E’ stata inviata a tutti i ministri la nuova bozza del Recovery Plan. Sul piatto ci sono i 209 miliardi del Recovery Fund da spendere entro il 2026. E bisogna individuare con attenzione i progetti sui quali investire al meglio queste importanti risorse. Questa sera, alle 21:30, è fissato il Consiglio dei ministri che dovrà dare il via libera al testo.
All’interno della bozza del Recovery Plan si legge: “Next Generation Eu è una svolta europea. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza richiede una svolta italiana, nella programmazione e nell’attuazione degli investimenti, che segni una discontinuità decisiva per lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione e l’innovazione, la riduzione dei divari e delle diseguaglianze”. Si ricorda che il Next Generation Eu è un pacchetto di aiuti dal valore complessivo di 750 miliardi di euro (tra contributi a fondo perduto e prestiti) approvato dal Consiglio europeo con l’obiettivo di sostenere la ripresa degli Stati membri colpiti dal Covid-19. Di questi 750 miliardi di euro, 672,5 sono destinati al Recovery Fund (o meglio, Recovery and Resilience Facility). All’Italia andranno 209 miliardi di euro. Secondo quanto chiarito da Bruxelles, la maggior parte delle risorse dovrà essere utilizzata per intervenire sull’ambiente e sul digitale.
La bozza del Recovery Plan Italia inviata ai ministri è stata rielaborata all’esito del confronto con le forze di maggioranza sulla base delle varie osservazioni critiche da queste formulate. Nel complesso, contando anche i fondi per la coesione, sono previste risorse pari a 222,9 miliardi di euro, che arrivano a 310 miliardi considerando anche la programmazione di bilancio per il 2021-2027. Il testo di 171 pagine è suddiviso in sei capitoli principali, anzi “6 Missioni”:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
- Rivoluzione verde e transizione ecologica;
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- Istruzione e ricerca;
- Inclusione e coesione;
- Salute.
All’interno del secondo capitolo, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, alla voce “Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile”, punto “Trasporti locali sostenibili, ciclovie e rinnovo parco rotabile”, per quanto riguarda i progetti relativi al “Trasporto pubblico locale Green e trasporto rapido di massa”, in particolare al “Rafforzamento dell’industria dei trasporti green e delle relative filiere nazionali”, si legge: “L’investimento prevede diverse misure di supporto per le filiere produttive. Una prima misura prevede la stipula di 25/30 contratti di sviluppo per aziende della filiera nazionale autobus che permettano di implementare progetti di trasformazione industriale per servire l’incremento di domanda di autobus a basso impatto ambientale. Una seconda azione promuove attraverso un credito d’imposta l’acquisto o la costruzione di stampi per la laminazione sotto vuoto di scafi per imbarcazioni da diporto in infusione di fibra di vetro o tessuti pre-gravati, che consentono una maggiore efficienza in navigazione. Una terza misura prevede l’attivazione di bandi, appalti precompetitivi, sistemi di early adoption con soglie più basse rispetto alle attuali per incentivare le PMI alla riconversione verso nuove tecnologie (veicoli elettrici/ibridi, digitalizzazione, ecodesign, etc.), nuove produzioni ed estensione alle filiere automotive, autobus, nautica e per la mobilità marittima finalizzati al trasporto a basso impatto ambientale e smart”.
Di particolare interesse è proprio la seconda azione prevista, che promuove “attraverso un credito d’imposta l’acquisto o la costruzione di stampi per la laminazione sotto vuoto di scafi per imbarcazioni da diporto in infusione di fibra di vetro o tessuti pre-gravati, che consentono una maggiore efficienza in navigazione”.
Tanti sono i temi contenuti nella bozza del Recovery Plan (il cui testo è stato pubblicato dall’Ansa) all’esame dei ministri da ieri sera. Si attende ora il via libera da parte del Cdm. Sullo sfondo l’ombra di una crisi di governo.
Euro Foto di Gerd Altmann da Pixabay