Economia

Puma, i conti con il vento in poppa

Puma ha chiuso il 2011 con utili pari a 230,1 milioni di euro, in aumento del 14% rispetto a un anno prima, grazie al +11% dei ricavi, attestatisi poco sopra i 3 miliardi di euro. La controllata di Ppr batte il consensus degli analisti, che avevano previsto 223,3 milioni di profitti annuali.

L’ebit 2011 del colosso dello sportswear ha invece realizzato un +8,6% a 333,2 milioni di euro. Il mercato più in accelerazione per il gruppo è l’Asia-Pacifico (+16%), seguito dalle Americhe (+13%) e dall’Emea (+7,4%). A livello merceologico, guidano la classifica gli accessori (+27,5%), seppure rappresentino un business minore in termini di ricavi (434 milioni di euro, rispetto ai circa 1,5 miliardi delle calzature e al miliardo dell’abbigliamento), seguiti dall’apparel (+10%) e dal footwear (+8%).

Nel quarto trimestre Puma ha più che raddoppiato l’utile da 14 a 33 milioni di euro, mentre i ricavi sono passati da 623,4 a 720,5 milioni (+15,6%).

“Con il nostro portafoglio marchi siamo nella giusta direzione per cogliere tutte le opportunità dell’anno sportivo 2012 e per perseguire l’obiettivo dei 4 miliardi di euro di giro d’affari nel 2015”, ha detto il ceo Franz Koch. Il gruppo stima di realizzare un incremento delle vendite tra il 5% e il 9% quest’anno, mentre l’utile è previsto in aumento di circa il 5%.

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