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Vendee Globe 2024: prestazioni disumane

Un nuovo studio sulla performance umana al Vendée Globe potrebbe cambiare le regole del gioco

Cosa succede al corpo e alla mente di un navigatore solitario che partecipa al Vendée Globe, una delle prove più estreme al mondo? È una domanda importante, e sorprendentemente, dopo 10 edizioni della regata, si sa ancora poco sugli effetti fisici e psicologici di questa impresa. Un nuovo progetto scientifico chiamato IMOCA Human Performance Project, guidato dalla bioingegnera svizzera Bérénice Charrez, sta finalmente facendo luce su questi aspetti, rivelando scoperte sorprendenti su ciò che accade ai velisti dopo mesi in mare.

Le scoperte principali

  • Perdita di altezza: I velisti rientrano al porto più bassi di 1–1,5 cm rispetto alla partenza. La causa ipotizzata è la compressione dovuta a spazi ristretti a bordo.
  • Atrofia muscolare: Si osserva una riduzione della massa muscolare nelle gambe, nei polpacci e persino nelle braccia, nonostante l’intensa attività sui winch.
  • Perdita di equilibrio: Test post-sbarco mostrano che i velisti hanno un equilibrio simile a quello degli astronauti appena rientrati dallo spazio.
  • Flessibilità ridotta: I movimenti risultano limitati a causa della postura mantenuta per lungo tempo.
  • Peso corporeo stabile: In media non si è registrata una significativa perdita di peso, a indicare una buona gestione nutrizionale, con alcune eccezioni (un marinaio ha perso 8 kg).

Lo studio in dettaglio

Charrez ha lavorato con 15 dei 40 partecipanti all’ultimo Vendée Globe, raccogliendo dati prima, durante e dopo la regata:

  • Pre-regata: Misurazioni su peso, altezza, composizione corporea, circonferenza muscolare, test VO2 Max, forza della presa, altezza del salto.
  • Durante la regata: I velisti indossavano orologi Garmin per registrare battito cardiaco, ossigenazione del sangue, temperatura cutanea e pressione. Sensori ambientali misuravano temperatura, umidità e rumore.
  • Aspetti psicologici: Tre velisti hanno completato quotidianamente un questionario su stress, stanchezza, umore, alimentazione e idratazione.
  • Post-regata: Ulteriori analisi su campioni di saliva e urina per valutare effetti ormonali, disidratazione e mancanza di sonno (dati ancora da analizzare).
Start of the Third Leg of The Ocean Race Europe, from Alicante, Spain, to Genoa, Italy.

Implicazioni future

Charrez, anche lei velista e triatleta, sottolinea che questi dati possono migliorare la preparazione e il recupero dei partecipanti, ottimizzando piani alimentari, idratazione e allenamento muscolare.

Secondo lei, i navigatori oceanici sono più simili agli astronauti che agli atleti tradizionali, per via dell’isolamento e delle condizioni estreme.

La consapevolezza di questi effetti può rivoluzionare la preparazione alle regate in solitario come il Vendée Globe, specialmente tra le nuove generazioni, più aperte all’utilizzo dei dati biometrici e scientifici nel contesto dello sport di resistenza.

“Ora possiamo quantificare gli effetti negativi della navigazione solitaria sul corpo. La vera domanda è: come possono mitigarli o almeno ridurli?” – Bérénice Charrez

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