Circa 10 anni fa non poco stupore destò la creazione di una società veicolo dell’allora Sviluppo Italia, oggi Invitalia, per la creazione di Marina e lo sviluppo commerciale/turistico/nautico delle zone costiere d’Italia. Lo stupore era legato al fatto che i consorzi di società creati con gli enti locali dovevano gestire le concessioni demaniali per lo sviluppo dei Marina. Per molti l’operazione sembrava un’occasione di creazione di nuovi consigli di amministrazione, per altri un’occasione di sviluppo. A distanza di tempo l’esito dell’operazione ei debiti raccolti obbliga Invitalia a vendere le partecipazioni, con l’obiettivo di rientrare, sebbene in minima parte, di operazioni guidate non da esperti del settore, ma unicamente da politici alla ricerca di voti. Secondo quanto riporta un articolo de IlIl Corriere della Sera, il patrimonio messo in vendita da Invitalia si aggira intorno ai 50 milioni di euro. Dal bando pubblicato sul sito di Invitalia emerge che la gara è valida per la cessione della partecipazione societaria di: Marina di Portisco, Trieste Navigando, Porto delle Grazie, Porto Turistico di Capri e il Marina d’Arechi.
Nello specifico in vendita c’è il 100% del capitale sociale di MARINA DI PORTISCO S.p.A. con sede in Olbia (SS), Località Portisco sn, con capitale sociale di € 7.793.000,00, il 100% del capitale sociale di TRIESTE NAVIGANDO S.r.l. con sede in Roma, Via Calabria 46, con capitale sociale di € 100.000,00, il 51% del capitale sociale di PORTO DELLE GRAZIE S.r.l. con sede in Roccella Ionica (RC) con un capitale sociale di € 119.000,00, il 49% del capitale sociale di PORTO TURISTICO DI CAPRI S.p.A. con sede in Capri con capitale sociale di € 1.000.000,00 e infine il 32% del capitale sociale di MARINA D’ARECHI S.p.A. con sede in Salerno con un capitale sociale di € 25.000.000,00, di cui versati € 23.000.000,00.
Che dire, nell’attesa di scoprire chi entro il 13 luglio scorso si è candidato all’acquisto di tutto o parte del patrimonio, auguriamoci che dopo gli aeroporti greci, i tedeschi non siano interessati anche ai porti italiani.
Da Il Corriere della Sera – Estate 2015, la Grecia vende i porti del Pireo e di Salonicco. La stretta imposta dai creditori al governo di Atene, del resto, non lascia alternative: l’agenzia per le privatizzazioni ha stabilito la cessione dei due porti. A Roma capita qualcosa di apparentemente analogo. Lo Stato attraverso Invitalia, società controllata dal ministero dell’Economia, sta vendendo cinque porti turistici. All’asta sono finiti moli e pontili a Capri, la marina di Portisco in Costa Smeralda, la marina d’Arechi nel golfo di Salerno (un progetto da mille posti barca dell’archistar Santiago Calatrava), il porto delle Grazie a Roccella Jonica e l’area di Porto Lido a Trieste. In totale circa 2.500 posti barca disseminati lungo le più belle e conosciute coste italiane. Un patrimonio, stimato almeno 50 milioni di euro, che nei piani della società pubblica avrebbe dovuto essere valorizzato per attrarre investimenti e promuovere lo sviluppo dei porti turistici. Il progetto avviato una decina di anni fa, aveva preso il nome di «Italia Navigando», una società controllata proprio da Invitalia, e prevedeva un massiccio intervento pubblico per realizzare una rete di 50 porti turistici e la bellezza di 50 mila posti barca. Lo Stato si faceva, insomma, carico di sviluppare un maxipolo nautico da nord a sud dell’Italia. Con un particolare occhio di riguardo proprio per le aree del meridione. Leggi tutto l’articolo del Corriere