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Donne al timone: quando la sensibilità fa la differenza

Nella storia della marineria le donne non hanno mai avuto dei ruoli importanti. Essendo un lavoro rude e faticoso si dava spazio solo a uomini nerboruti. In vero, la storia ha tramandato le gesta di qualche piratessa dalla vita avventurosa e romantica e dal secolo scorso diverse navigatrici sono passate alla ribalta. In principio furono le piratesse… – La prima piratessa di cui si ha memoria è Jeanne de Clisson, nobildonna bretone del 1300 che, per vendicare il marito ucciso dal Re di Francia, vendette tutte le proprietà e comprò tre navi dedicandosi alla pirateria contro i francesi. La sua flotta, con scafi dipinti di nero e vele rosse, era conosciuta come “The Black Fleet” ed era il terrore della Manica. Jeanne fu nota come “La sanguinaria leonessa bretone”.

Nel seconda metà del 1500, Grace O’Malley divenne “La Regina del mare di Connacht”. Lei, che iniziò a navigare con il padre da cui ereditò una flotta, divenne piratessa e rivoluzionaria. Usò i proventi della sua attività per finanziare le ribellioni contro il potere inglese che stava prendendo piede in Irlanda.

Nel Mar di Cina ai primi del 1800, la piratessa Ching Shih comandava la “Flotta della Bandiera Rossa”. Oltre 300 giunche con più di 40 mila marinai ai suoi ordini, che all’epoca dettava legge lungo la costa cinese. Contro di lei non poterono né gli ufficiali della dinastia Qing, né la flotta reale britannica, né la marina portoghese.

Navigare per passione – La prima donna a circumnavigare il globo fu Jeanne Baret che nel 1766, travestita da uomo, si imbarcò nella spedizione di Louis Antoine de Bougainville per interessi botanico-naturalistici, ma dimostrò eccellenti abilità marinare.

Krystyna Chojnowska-Liskiewicz

Dal XX secolo, con la nascita del diporto e delle competizioni nautiche, molte donne si sono ritagliate uno spazio importante. Krystyna Chojnowska-Liskiewicz, nel 1978 su Mazurek, divenne la prima donna a circumnavigare il globo senza scalo in 401 giorni.

Fonte: Wikimedia Licenza: CC0 1.0

 

 

 

 

 

 

DAWN RILEY

La più famosa velista statunitense è senza dubbio Dawn Riley. Nella sua bacheca detiene due Whitbread Round the World Race e quattro America’s Cup. Nel 1992 era su America 3 che sconfisse il Moro di Venezia di Raul Gardini. Nell’edizione seguente era la Team Captain di un equipaggio tutto al femminile a bordo di America 3 1995.

 

ELLEN MACARTHUR 

Ellen MacArthur è forse la più conosciuta velista al mondo e attivista a sostegno di un migliore uso delle risorse ambientali. Nel 2004 battè il record di giro del mondo in solitaria ritornando in Francia dopo 71 giorni, 14 ore, 18 minuti e 33 secondi. L’impresa le valse il titolo di Dame Commander del ordine dell’Impero Britannico.

Fonte: Wikimedia Autore: Amplified2010 Licenza: CC BY 2.0

Il segreto delle donne – Quale sia la ragione che ha portato tante donne a primeggiare davanti agli uomini, nessuno può dirlo con certezza. Di sicuro la caparbietà, la dedizione e l’amore per il mare sono stati tali da far compiere imprese straordinarie a queste grandi donne e negli ultimi anni il fenomeno è in crescita. Che un cambiamento sia in atto è ormai innegabile, sempre più donne stanno “sconfinando” in territori da sempre considerati esclusiva degli uomini. Non solo nella vela ma anche nei motori, nel calcio e nel poker, dove si è visto che le doti femminili riescono a dare un vantaggio.

IDA CASTIGLIONI

Le italiane – Anche in Italia abbiamo delle donne che si sono “fatte rispettare” a bordo. Una di quese è Ida Castiglioni, architetto e velista, che nel 1976 in oltre 35 giorni si classificò prima tra gli italiani arrivando 30esima alla Ostar.

CECILIA CARRERI

Cecilia Carreri è la prima e unica italiana a raggiungere il traguardo della Transat Jacques Vabre nel 2005. Ha percorso le 4500 miglia, da Le Havre a San Salvador de Bahia, a bordo dell’Open 60 Mare Verticale.

SUSANNE BEYER

Susanne Beyer, appassionata della classe Mini 650, nel 2011 è arrivata prima tra gli italiani e seconda donna in assoluto alla Transat 650, che che vede navigare le piccole barche da sei metri e mezzo dalla Francia al Brasile.

Ma non ci sono solo i risultati, un fattore fondamentale per il loro successo è dovuto anche ai riconoscimenti da parte del pubblico, che sempre più si appassiona all’approccio femminile a certe discipline sportive. Il modo di fare delle donne sta portando una ventata di freschezza in alcune attività che stavano vedendo un calo d’interesse. Una nuova prospettiva per il futuro, che ha sempre più bisogno della presenza delle donne come protagoniste.

 

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