Oceano

Knut Frostad fa il punto ad un anno dal via della VOR

Mancano ancora dodici mesi alla partenza della Volvo Ocean Race 2011-12 dalla città spagnola di Alicante, molto è stato fatto e molto resta ancora da fare. Il CEO della regata Knut Frostad esamina i preparativi e spiega perché pensa che questa sarà una delle edizioni più combattute del giro del mondo a vela.

TEAM ISCRITTI
Allo stato attuale abbiamo sei team che hanno il budget necessario e sono pronte a partecipare alla regata, ossia siamo più o meno al medesimo stadio in cui eravamo nello stesso periodo prima della scorsa edizione. Non è un segreto che la mia ambizione fosse quella di averne di più ma certamente la crisi economica ha rallentato le sponsorizzazioni internazionali. A tal proposito, sono soddisfatto perché come organizzatori e insieme ai team abbiamo raccolto più di 210 milioni di euro di sponsorizzazioni commerciali e diritti. Se rapportato ad altri eventi sportivi negli ultimi 18 mesi è una cifra ragguardevole.

A questo si aggiunge che almeno cinque equipaggi sono vincitori potenziali e non credo che questa situazione si sia presentata spesso in passato. Stanno tutti costruendo delle nuove barche, hanno skipper di altissimo livello, velisti di grande esperienza nella regata. È difficile fare delle ipotesi sul vincitore. Credo non ci saranno team come Ericsson nella scorsa regata, con un due barche e un programma lungo un anno. In parte ciò dipende dal nuovo regolamento Volvo Open 70 che pone dei limiti a quello che un team può fare, livellando la piattaforma dei partecipanti. D’altra parte questa volta siamo riusciti ad attrarre dei team veramente competitivi, basta dare un’occhiata agli equipaggi e ai velisti coinvolti, indubbiamente di primo livello internazionale.

TEAM POTENZIALI
Per quanto riguarda altri team ci sono altre quattro squadre che pensano seriamente di far parte del lotto e un altro gruppo di cinque che ci sta lavorando. Ci stiamo concentrando per attirare più team. Se potessimo raggiungere lo stesso numero che nella scorsa edizione (otto) sarebbe un risultato davvero ottimo. Le mie ambizioni sono più forti ma si deve anche essere realistici. Il mercato attraversa una fase estremamente difficile mentre nella scorsa edizione era al suo massimo.

Inoltre c’è stato molto interesse per le barche della precedente generazione di cui speriamo di averne almeno tre, e una di quelle che sono confermate è una barca di seconda mano. Delle quattro che stanno lavorando sul progetto, tre sono di prima generazione. Il fatto che siano di prima generazione non toglie nulla alla prestazione. E’ un punto su cui abbiamo lavorato molto. La sfida che abbiamo dovuto affrontare era di cercare di ridurre i costi necessari per essere competitivi. Nel caso di barche di “seconda mano” abbiamo modificato le regole per dare ai team che le utilizzeranno un certo vantaggio. Per esempio è concesso loro di correre con le chiglie originali, mentre gli scafi nuovi hanno delle limitazioni per il peso di bulbo e chiglia. Potenzialmente ciò potrebbe portare ad avere delle barche vecchie ad avere un bulbo più pesante. Un buon vantaggio. Inoltre, non bisogna dimenticare il fatto che dopo un certo numero di cicli in una classe le differenzedi prestazioni fra le barche si assottigliano. Perciò non credo che ci saranno grandi divari fra i vecchi e i nuovi  Volvo Open 70.
 
CAPITOLO BUDGET
Abbiamo messo un limite al prezzo per la vittoria, non si possono più spendere 70 milioni, costruire due barche e fare test test con due barche e non si possono produrre più di 15 vele prima della partenza. Queste misure, e altre che introdurremo avranno un forte impatto e nuovi team e sponsor possono intravedere una possibilità di vincere. E’ sicuramente il risultato migliore che abbiamo ottenuto: livellare la partecipazione. Non risaranno più team in grado di avere un forte vantaggio semplicemente spendendo molto. Nella scorsa edizione, investendo 10 milioni di euro un team avrebbe avuto la sensazione di essere fortemente handicappato nei confronti di grandi team come Ericsson. Ora con la stessa cifra si può fare molto. Prendete le vele, per esempio. Sono molto costose e rappresentano una buona fetta del bilancio. Prima della scorsa edizione i team più ricchi avevano la chance di costruire e testare quasi 100 vele prima della partenza e un team con minori possibilità semplicemente non era in grado di competere. Quindi questa volta il numero massimo è limitato a 15. E’ una riduzione enorme dei costi e, allo stesso tempo, assicura una competizione più serrata. Molte delle nuove regole che abbiamo introdotto hanno un duplice scopo. Pensate alla norma dei minori di 30 anni, per esempio. Nella scorsa regata gli equipaggi dovevano avere due velisti giovani, ora sono tre. Quindi parallelamente a diminuire le spese e salvaguarda il futuro dell’evento introducendo una nuova generazione di navigatori

MEDIA CREW MEMBER
Sappiamo che è stato un successo avere gli MCM a bordo ma sappiamo anche che abbiamo solo toccato la superficie del problema e il suo potenziale. Ecco perché Rick Deppe (l’MCM a bordo di Puma nella scorsa regata) è entrato a far parte dello staff organizzativo. Gli MCM hanno bisogno di essere gestiti in modo migliore e quindi nulla di meglio che avere in ufficio una persona in grado di parlare in base all’esperienza sul campo. Stiamo parlando di un ruolo impegnativo in termini sia tecnici che emotivi. La comunicazione sarà anche molto aiutata dal nuovo centro di controllo che abbiamo costruito qui ad Alicante, presso la sede della VOR, e che è abbastanza incredibile. I media sono una delle aree su cui ci concentriamo maggiormente, perché siamo convitnti di avere un grande prodotto e i media lo possono far arrivare al pubblico, ragione per cui abbiamo investito molto nello sviluppo di questo settore.

SELEZIONE SEDI DI TAPPA
Il processo di selezione è stato molto positivo e si è concluso più velocemente che in passato. Quindi lo stresso organizzativo si è ridotto e molto probabilmente un risultato migliore. E’ fantastico ritornare in Francia, un mercato che ci è molto caro, e lo stesso si può dire per Abu Dhabi. Inoltre, credo che la sfida sportiva sarà altrettanto buona. La tappa di Abu Dhabi sarà un’estensione di quella della scorsa edizione da Cochin in India e metterà i velisti di fronte a ulteriori sfide, che io ritengo sia un bene. “Rompere” la navigazione verso il Brasile a Auckland farà una grande differenza. E poi ora abbiamo anche una vera e propria tappa nei mari del sud dove tutta la flotta sarà in gruppo e darà vita a una competizione molto serrata. Questo è quello che vogliamo tutti e sono certo che con un anno di lavoro arriveremo ai risultati che ci siamo prefissati.
 

 

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