Quando un marinaio deve affrontare l’Everest del mare come l’Oceano Pacifico, non può improvvisare la strategia e tutti quei dettagli che fanno la differenza.
Tra questi dettagli c’è il comfort e la qualità del capo di abbigliamento da indossare per prendere delle decisioni che possono essere a volte determinanti per la vita o più semplicemente per la vittoria finale della regata. Sicuramente non è un caso che alla Volvo Ocean Race, alla Vendee Globe o alla Route du Rhum, gli equipaggi che arrivano sul podio vestono quasi sempre MUSTO. MUSTO azienda inglese leader mondiale nel settore del l’abbigliamento tecnico da regata da 50 anni veste i più forti. Tutto nasce dalla determinazione del campione olimpico 1964 Keith Musto, nel fornire ai marinai una protezione dalle intemperie sempre più efficace. Tra i primi ad usare fibre sintetiche come il pile o il GoreTex, MUSTO ha elaborato il concetto del multi strato pensato per mantenere calore e libertà di movimento.
Storicamente rappresentata in Italia dall’importatore Franco Pivoli, all’indomani della decisione di quest’ultimo di chiudere una pluriennale presenza nel mondo della vela per raggiunti limiti d’età, l’azienda inglese ha voluto replicare nel gennaio 2011 il modello di branch nazionale, già attivato in Francia e Spagna, creando
Musto Italy alla guida della quale arriva Alessandro Roveda.
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Una piccola rivoluzione nel modello di business che non si basa più sul concetto di importatore distributore nazionale –
dichiara Roveda ai microfoni di SailBiz –
come avveniva in passato, ma che vede l’azienda in prima linea con l’obiettivo di ridurre la filiera di distribuzione per mantenere da un lato un prezzo competitivo per il cliente finale arrivando direttamente sul mercato con il prodotto, ma dall’altro anche per avere un costante feedback dal mercato di riferimento e quindi personalizzare le esigenze di una clientela sofisticata come quella italiana” .
In Italia MUSTO e’ conosciuta soprattutto per i capi HPX e MPX da vela d’altura ma è presente con una produzione dinghy e recentemente al Pitti Uomo di Firenze ha presentato la collezione casual Blue Yacht dallo stile anglo-italiano. Infatti la produzione inglese ha lasciato alla creatività di Paola Robotti il compito di creare una linea che coniugasse la passione del mare allo stile urban.
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Il 2012 come per tutte le aziende si è chiuso con qualche difficoltà ma l’alto livello qualitativo dei nostri prodotti ci ha permesso di tenere un fatturato soddisfacente – continua Roveda –
per quanto riguarda il 2013 stiamo spingendo ancora sulla linea tecnica con alcune sponsorizzazioni ma puntiamo anche sulla nuova linea fashion Blue Yacht concepita con il desiderio di mantenere il nostro Dna nautico con un occhio al fashion. Questa linea e’ stata interamente creata e sviluppata in Italia. Per noi il settore fashion e’ molto importante perche’ copre quasi il 50% del fatturato Italia. Del resto la quota di mercato Musto a livello mondiale e’ancora molto alta perché ahimè la selezione naturale dettata dalla crisi ha fatto si che siamo rimasti in pochi a creare prodotti di alto livello come e’ la linea Blue Yacht, ma come soprattutto e’ la linea dedicata alle traversate oceaniche dove serve un prodotto molto più tecnico e sicuro. In questo momento il 40% la vela d’altura italiana veste MUSTO e di questo ne siamo orgogliosi vista la concorrenza agguerrita di marchi come Slam, Helly Hansen e Gill. Stiamo sviluppando ulteriormente il prodotto deriva e abbiamo programmi ambiziosi anche per il mercato dinghy“
Per il futuro MUSTO sta studiando come e se creare dei concept store monomarca, cosa già realizzata in Francia con ben quattro store e ovviamente in Inghilterra, ma ad oggi una dovuta cautela negli investimenti suggerisce di analizzare con maggiore cura le opportunità di un negozio monomarca.