Economia

Abramovich alle Eolie con lo yacht Pelorus

C’è uno stridente contrasto tra il delicato momento vissuto dalle principali compagini calcistiche messinesi, ed il lusso imperante di cui si circonda il patron del Chelsea Roman Abramovich.


Un contrasto che giunge sin davanti ai nostri occhi per quanto frutto di una realtà distante oltre ogni spazio. Eppure proprio in queste ore Abramovich e la fidanzata Daria Zhukova sono approdati nelle isole Eolie a bordo del più grande dei panfili del magnate russo ed hanno ormeggiato nella splendida rada alle pendici del Castello di Lipari.

Come sempre, anche l’ironia in questi casi sembra voler sbeffeggiare il triste momento dello sport messinese. Abramovich, infatti, è giunto in Sicilia a bordo di un lussuoso yacht che si chiama “Pelorus” (valore circa 300 milioni di dollari).

Il patron del Chelsea dispone di uno yacht ancora più lussuoso, l’Eclipse (167 metri) e di due imbarcazioni che definire minori sarebbe riduttivo quali l’Ecstasea (86 metri) e il Sussurro (49 metri). Inoltre, secondo la stampa specializzata sulla vita mondana dei vip: Abramovich avrebbe recentemente perso a poker un altro panfilo.

Il Pelorus è uno scafo di ben 115 metri costruito in Germania in origine per un principe saudita ed entrato nel 2004 a far parte della flotta del russo che lo avrebbe ammodernato con vetri anti proiettile, e sarebbe dotato di una piscina interna, una sauna e 22 cabine per ospiti oltre le 40 cuccette per i membri dell’equipaggio.

Curiosa e triste l’assonanza con il vecchio nome della squadra calcistica cittadina che in un decennio era riuscita a scalare i vertici del calcio nazionale partendo dai dilettanti per approdare alla Serie A, prima che fuor di ogni metafora si inabissasse nel profondo mare dell’oblio sportivo per scelte sportive e societarie che ne hanno aperto la via al fallimento.

Se qualcuno incrociasse per caso Abramovich durante il suo soggiorno eoliano sarebbe lecitamente legittimato ad auspicarne l’interessamento ai club calcistici della nostra provincia. Del resto con la facilità con cui spende il denaro il magnate russo, seppur gravato nel suo patrimonio da un oneroso divorzio, anche un piccolo aiuto a fondo perduto sarebbe autentico oro sonante per il calcio messinese.

Peccato che questa altro non sia che l’illusione prodotta dal troppo sole in una giornata di mare, in attesa che gli imprenditori locali prendano a cuore le sorti delle compagini nostrane.

 

Fonte: Messina Sportiva

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