La barca DIAMOND 32, l’ultima nata del cantiere BIMAX, conferma la vocazione ambientalista della società. Infatti questo cruiser di 10 mt è stato progettato e realizzato secondo i parametri dell’ecosostenibilità, così da offrire un prodotto come sempre eccellente per qualità, prestazioni e design, ma a misura d’ambiente. Una barca ecologica dunque, una barca “GREEN B”. Non una certificazione rilasciata sulla base di punteggi accumulati o procedure eseguite, bensì una sigla adottata dal cantiere per indicare il suo “ modus operandi” nel totale rispetto dell’ambiente, e il suo impegno nel sensibilizzare gli appassionati della nautica alla tutela dell’ ecosistema, utilizzando appunto un testimonial “GREEN”, il DIAMOND 32. L’intento della BIMAX è quello di diffondere tra i diportisti una cultura ambientalista che si spinga oltre la salvaguardia del solo ecosistema marino, per creare in ognuno di essi una coscienza ecologica, una condizione mentale che li guidi in ogni scelta e azione della loro vita quotidiana; un vero e proprio “stile di vita” nel rispetto dell’ambiente.
Questo è stato lo spirito che ha indirizzato lo staff tecnico della BIMAX in ogni fase di realizzazione del DIAMOND, a partire dalla progettazione, con l’ideazione di una carena a geometria variabile ad alta efficienza che assicura prestazioni notevolmente performanti anche con motori non eccessivamente potenti e quindi a basso impatto ambientale. Una dimostrazione da parte della BIMAX che l’applicazione di motori dai grandi numeri, benchè commercialmente piu’ conveniente per il cantiere, o produttore o rivenditore, non è più indispensabile ai fini di una buona prestazione, né tantomeno può essere più considerata un motivo di vanto. Senza dubbio i circa 40 nodi che il DIAMOND raggiunge con una coppia di 200 CV, riescono a soddisfare anche i diportisti più esigenti, gratificati oltretutto dalla consapevolezza della bontà delle loro scelte, assolutamente rispettose dell’ambiente.
Ma l’ispirazione “GREEN” del cantiere è stata determinante anche nella scelta della tecnica di costruzione “sottovuoto” che impedisce il rilascio dei solventi nell’atmosfera, e permette di realizzare uno scafo più leggero e quindi dai consumi ridotti; così come nella preferenza per fornitori anch’essi impegnati nella tutela dell’ambiente, compreso quello lavorativo, oppure nella scelta di soluzioni alternative come l’impiego di pannelli solari o la possibilità di un motore elettrico ausiliario per poter navigare anche in aree marine protette.
{flowplayer}/video/massimo_buonomo.flv{/flowplayer}aprile 2011