American Magic, il team statunitense sfidante alla 36esima Coppa America: organizzazione, programmazione e tecnologia. Queste le tre componenti su cui si basa la fiducia nel team. La fiducia è un elemento indispensabile per raggiungere il successo finale. Fiducia nella propria barca, nei propri materiali e tra i 140 membri del team. Una fiducia costruita attraverso tre anni di preparazione e 27.768 ore di allenamento. Sono questi i numeri impressionanti della sfida affidata allo skipper Terry Hutchinson per provare a riportare la Coppa America al New York Yacht Club.
La prossima Coppa America si svolgerà a marzo 2021 in Nuova Zelanda, dove Team New Zealand difenderà nella acque di casa il trofeo contro i team provenienti da Stati Uniti, Inghilterra e Italia. Le regate preparatorie di Cagliari e Portsmouth, previste per questa primavera, sono state cancellate a causa della pandemia.
Nelle scorse settimane un gruppo di selezionati giornalisti è stato invitato da Helly Hansen, sponsor tecnico di American Magic, a sbirciare cosa stesse succedendo dietro il sipario di Pensacola, in Florida, dove si trova la base di allenamento invernale della sfida statunitense. Un vero privilegio, considerando che durante una campagna di Coppa America il livello di segretezza e paranoia raggiunge i massimi livelli e i cantieri dove vengono sviluppate e testate le barche diventano i luoghi più inaccessibili del mondo della vela.
PAROLA A TERRY HUTCHINSON
Terry Hutchinson, skipper e direttore esecutivo della sfida statunitense alla prossima Coppa America, è l’uomo giusto per avere gli ultimi aggiornamenti sulla sfida.
La cancellazione degli eventi di Cagliari e Portsmouth vi ha tolto la possibilità di un confronto diretto: come pensate di essere messi rispetto gli altri sfidanti?
È stato molto interessante assistere al varo delle barche dei nostri avversari. Luna Rossa, che è una barca con un approccio molto scientifico, ha mostrato dei foil incredibilmente piccoli. Mentre la barca di Team New Zealand ha seguito l’opzione opposta, con foil molto grandi. Da avversario è stato anche intrigante vedere Team New Zealand usare foil asimmetrici il giorno del varo. La mia interpretazione è che forse non sono sicuri al 100% dei loro dati teorici e dei risultati ottenuti col simulatore. Infatti nelle settimane successive hanno varato una barca più piccola per i test, imitando l’approccio che abbiamo seguito noi con il Mule (il nome della barca test da 38 piedi utilizzata da American Magic, ndr). Se c’è una cosa che mi conforta è quando vedo un avversario seguire le mie scelte. Se metto a confronto il nostro lavoro con quello degli altri team, quello che mi rende più nervoso è la scelta di Luna Rossa di avviare un’opzione completamente senza boma. Sono persone intelligenti e quindi mi devo chiedere perché lo stiano facendo.
Per quanto ci riguarda, per arrivare dove siamo ora non abbiamo proceduto solo per supposizioni. Il Mule è stata la via maestra del nostro sviluppo. In questa barca test puoi vedere molti dei nostri punti di forza e anche delle nostre debolezze, le nostre scelte rispetto a quelle dei nostri avversari. Allo stesso tempo i dati ci dicono che se gli altri hanno ragione e noi abbiamo torto, pagheremo cinque secondi a giro su una regata di 35 minuti. Anche se non può sembrare un’enormità, non è qualcosa che siamo disposti a regalare ai nostri avversari. Per questo stiamo lavorando sul pacchetto aerodinamico per incrementare le prestazioni di altri 5 secondi ed eventualmente trovarci almeno alla pari.
Insieme a noi, Team New Zealand sembra essere la barca più completa sul giro. Ma i loro primi foil erano molto grandi. Sono stato confortato quando hanno provato anche dei foil più piccoli, con una soluzione più vicina alla nostra. Sarà interessante vedere cosa farà Luna Rossa.
E Ineos, il challenger britannico?
Le loro scelte mi sembrano poco lineari. La mia opinione è che in una sfida come questa si debba sfruttare ogni possibilità per stare in acqua. Da quando abbiamo varato la barca, su 95 potenziali giorni di navigazione ne abbiamo fatti 32 (all’epoca dell’intervista, ndr). Ineos ha avuto a disposizione circa 140 giorni e ha navigato appena15 volte. Prima hanno spostato tutta la loro base a Cagliari, poi sono tornati in Inghilterra per dieci giorni lontano dall’acqua. Poi sono andati a regatare al SailGP. Posso capire che fare pratica in una regata ad alta velocità come questa possa essere utile, saremmo potuti andare anche noi, ma abbiamo deciso che non investiremo tempo o risorse se non per dedicarle alla progettazione, costruzione e messa a punto di un veloce AC75. Dobbiamo restare concentrati sull’obiettivo finale.
La tua opinione sui top team?
Luna Rossa e Team New Zealand sono le due squadre al vertice grazie al vantaggio di aver scritto il regolamento di questa America’s Cup. Loro sapevano come sarebbero state le regole sette mesi prima di noi e Ineos. Noi abbiamo avuto accesso alle regole solo il 18 febbraio 2019, la versione definitiva è arrivata il 30 giugno, e in agosto abbiamo già dovuto consegnare i progetti.
Se dovessi scegliere una barca, sarebbe la nostra Defiant (il nome del AC75 di American Magic) perché ho fiducia in quello che ci potrà dare in regata. Anche se devo ammettere che Luna Rossa è piuttosto bella, con una aerodinamica molto affascinante e foil molto piccoli. Questa competizione si giocherà tutta nella manovrabilità e nella velocità sul bordo. Se la regata fosse una linea retta attraverso la baia, probabilmente sceglierei Luna Rossa. Ma se si tratta di navigare in velocità e poi fare una manovra in 40 secondi, scelgo al cento per cento la nostra Defiant, per la sua capacità di fare bene tutte e due queste due cose che richiedono caratteristiche opposte.
La squadra che sarà capace di eliminare le cadute dai foil sarà molto difficile da battere. Ma prima devi essere in grado di alzarti sui foil e poi essere certo di riuscire a manovrare e rimanere sui foil con un limite inferiore del vento di soli 6,5 nodi, che è un esercizio impegnativo. Sulla base di questo limite di vento sono pronto a scommettere che la prossima serie di foil di Luna Rossa sarà significativamente più grande.
Come tutti ho visto su Internet la scuffia di Team New Zealand. In teoria gli AC75 si dovrebbero auto raddrizzare, e invece hanno dovuto risollevarla usando il tender. Quando li abbiamo contattati e abbiamo chiesto cosa fosse successo, perché non si fossero risollevati da soli, hanno risposto che volevano provare la manovra con la barca di supporto. Io non ci credo (ride, ndr).
Come funziona una giornata di allenamento?
Quando su sei ore in acqua riusciamo a navigare per la metà del tempo, quella per me è una buona giornata. Nella nostra migliore giornata abbiamo fatto 78 miglia, in un’area di sei miglia per due. Questo vuol dire aver fatto un sacco di foiling. In due giorni consecutivi abbiamo navigato per un totale di 140 miglia, e occasioni come queste sono incredibilmente preziose. Anche se è nella natura umana tenere sotto controllo cosa stanno facendo i tuoi avversari, dobbiamo avere fiducia nel nostro processo di sviluppo. Come ho imparato negli ultimi quindici anni, si tratta di scoprire i nostri punti deboli e renderli i nostri punti di forza.
Hai un ottimo rapporto con Dean Barker, che conosci da molto tempo. Siete stati avversari, poi compagni di equipaggio, poi ancora avversari e adesso siete di nuovo nello stesso team. Quale pensi sia il suo valore aggiunto? Lui ovviamente è la vostra prima scelta al timone, ma come vanno le cose con Paul Goodison e Andrew Campbell?
Qualche settimana fa stavamo navigando attraverso la baia di Pensacola mure a sinistra quando Dean chiama la poggiata. Io sono in piedi, ci sono 26 nodi e mezzo di vento e penso che la cosa potrebbe diventare interessante. Stavo ancora elaborando la mia strategia per abbandonare la barca (in caso di scuffia, ndr), quando Dean inizia a contare: “Poggiamo in 3,2,1”. La prua si abbassa e navighiamo sbandati attraverso la baia a 55 miglia all’ora. Dean si mette a ridere. Andrew (Campbell, il tattico, ndr) e Goody (Paul Goodison, randista, ndr) ridono con lui. Dean manifesta un livello di esperienza in cui sai che nulla di quello che può succedere è in grado di metterlo in crisi.
Ricordo l’ultima prova della Coppa del 2013, Dean si è giocato tutto sulla linea di partenza, ma non è bastato contro una barca più veloce. La loro sconfitta non ha avuto niente a che fare con il suo ruolo: Dean aveva fatto bene il proprio lavoro. Quando si arriva al dunque, è bello poter contare su questo tipo di esperienza. Ed è lo stesso con Goody e Andrew. Dean era una certezza, Goody e Andrew sono stati una scommessa. Goody è tre volte campione del mondo Moth, medaglia d’oro alle Olimpiadi, e un velista incredibilmente talentuoso, ma la crescita delle sue abilità è molto al di là di quanto mi aspettassi. E Andrew è lo stesso con la sua tranquillità. Ha una grandissima responsabilità ma la affronta all’ennesima potenza. Mi stanno dando grandi soddisfazioni.
Qual è il vostro programma ora?
La cancellazione delle World Series e la pandemia hanno cambiato i piani originali. Da quando arriveremo in Nuova Zelanda sarà tutta preparazione fino al 17- 20 dicembre quando ci sarà la Christmas Cup. In generale, in termini di tempistiche siamo stati incredibilmente fortunati. Anche in quelle occasioni in cui avevamo una lista di lavori piuttosto importanti che richiedevano sei o sette giorni durante i quali non avremmo potuto navigare, fortunatamente non abbiamo perso nulla perché non c’è stato vento. Quando ti succedono cose del genere, senti che le cose stanno andando proprio come vorresti. A tale proposito, penso che saremo i primi sfidanti ad arrivare sul campo in Nuova Zelanda e ad entrare nella fase finale di questa sfida.